Lega Pallavolo contro il Governo: “Così non si riparte”

Lega Pallavolo contro il Governo: “Così non si riparte”.
Un duro comunicato della Lega Pallavolo suscita allarme e interrogativi che vanno anche oltre l’aspetto strettamente sportivo. Se nemmeno aver fatto il vaccino completo, in dose unica o in due dosi con conseguente conseguimento di green pass, consente di accedere nei palasport, allora a cosa serve, che valenza ha nella vita pubblica del Paese?
Si fanno campagne per convincere i riottosi a vaccinarsi, ma poi anche chi è vaccinato è sotto scacco di provvedimenti restrittivi.
Dopo quattordici giorni che si è fatto il vaccino si può viaggiare in aereo per recarsi all’estero, ma non si può andare a vedere una partita di pallavolo o basket?
Dal 6 agosto la certificazione verde si dovrà anche esibire per entrare in quelle che il Comitato Tecnico Scientifico definisce “specifiche aree a rischio e al chiuso”. Occorrerà quindi per andare al cinema, in palestra o in piscina. Ma anche per sedersi al chiuso al bar o al ristorante. Tuttavia non si può tacere che ci sono tante altre situazioni che appaiono decisamente come possibili fonti di rischio contagio, dai passeggeri costretti a viaggiare schiacciati in mezzi pubblici inadeguati e insufficienti, ad accalcarsi nei corridoi delle metropolitane (ad esempio: il percorso interno delle metro alla Stazione Termini, a Roma, è scandalosamente ristretto, per gli ennesimi lavori e per la perenne chiusura di troppe scale mobili).
Insomma, cambiano i governanti ma è sempre viva l’impressione che troppa gente che decide sia anche ignorante riguardo le reali situazioni. E non ci si cura delle contraddizioni.

Il comunicato della Lega Pallavolo

Il campionato di Serie A è a rischio partenza? Se lo chiedono i tanti fan, soprattutto in Italia, che seguono la pallavolo maschile dopo che il Governo ha annunciato l’apertura dei palasport al 25% di capienza. Soprattutto le proteste più forti arrivano dai presidenti dei Club di Serie A che, dopo aver portato a termine la stagione più difficile della storia dello sport italiano, si ritrovano ancora con preoccupanti previsioni di incasso.

Un ambiente come la pallavolo maschile italiana, che non vive di diritti televisivi, trae il proprio ossigeno dalla spinta dei fan sugli spalti e dall’attenzione degli sponsor a questo caloroso seguito: un pubblico non violento, di rara educazione, con profondi valori sportivi, che si muove in ambienti controllati. Molti accessi, pochi eccessi.

Ricominciare la stagione con i palasport semivuoti toglie ogni spinta alla tanto sognata “ripartenza”, slogan della politica che all’atto pratico si rivela etichetta per poche categorie, graziate dai ristori e liberate dal controllo numerico a cui invece lo sport indoor è ancora costretto.

Il presidente Righi: “Libero e totale accesso ai vaccinati”

Il presidente Massimo Righi è deciso: “Il Decreto del Consiglio dei Ministri con l’annuncio dell’apertura limitata è stata una doccia gelata, dopo gli sforzi fatti dai nostri Club per terminare la stagione scorsa, nella quale abbiamo registrato perdite da incassi per quasi 10 milioni di euro. Abbiamo concluso l’annata sognando di tornare a fare ciò che sappiamo: organizzare uno sport ad altissimi livelli e appassionare le persone. Ribadiamo forte e chiaro al Governo: la FIPAV ci appoggia, siamo disponibili a controlli ferrei, solo i vaccinati e senza limite alcuno potranno entrare nei palasport, siamo anche pronti a fornire ed imporre a tutti gli spettatori la mascherina. Ma la risposta da Roma non può essere di tenere comunque le porte socchiuse e far entrare solo un quarto degli spettatori, ammesso che si possa scegliere quali. È del tutto inaccettabile!”.

La Lega Pallavolo Serie A non ha intenzione di restare silenziosa, mentre i Club hanno stoppato sul nascere le campagne abbonamenti. Insieme agli altri componenti del Comitato 4.0 vuole far sentire la propria voce: il presidente Righi è in particolare in costante dialogo con il presidente di Lega Basket Umberto Gandini per pianificare iniziative comuni di sensibilizzazione.

Leandro De Sanctis

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