CINEMA Bohemian rhapsody

Una foto tratta dal film Bohemian Rhapsody

BOHEMIAN RHAPSODY – Regia: Bryan Singer. Interpreti: Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilim Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Aidan Gillen, Mike Myers, Tom Hollander. * visto in edizione originale inglese, con sottotitoli in italiano

“Se ti piacciono i Queen, devi assolutamente vederlo. Se non conosci i Queen, devi assolutamente vederlo. Se non ti piacciono i Queen ma non sei prevenuto, dopo aver visto il film ti piaceranno anche i Queen”

Bohemian rhapsody è stata la canzone simbolo dei Queen, un coraggioso e rivoluzionario brano della durata di sei minuti divenuto il simbolo della musicalità della band, una autentica sassata lanciata contro le consuetudini radiofoniche e discografiche. Ora Bohemian rhapsody è anche un film che celebra la figura di Freddie Mercury. la rockstar per eccellenza, e una band che ha attraversato gli ultimi decenni del secolo scorso regalando alla musica 16 album in studio e 9 live, contenenti manciate di canzoni destinate all’immortalità. Incompresi, criticati, denigrati, sottovalutati, i Queen hanno avuto sempre il coraggio di tentare nuove strade, e ogni genere in cui si sono tuffati, hanno fatto centro, dal mix rock sinfonico operistico di Bohemian Rhapsody alla disco, al funky.

Sfrondando l’ipercritica di chi dimentica che in un film non possono essere passati in rassegna tutti gli album della  band, di chi avrebbe voluto questa o quella cosa, di chi ritiene si sia dimenticato questo  o quel fatto, sostengo che Bohemian rhapsody sia un bel film, interessante, soprattutto coinvolgente. Un atto d’amore per i Queen e per la figura di Freddie Mercury.  Il fatto che i componenti della band abbiano seguito e collaborato alla realizzazione del film, garantisce una certa attendibilità generale ai fatti che vengono rasppresentati.

Un film deve anche, se non soprattutto, saper emozionare e Bohemian Rhapsody si fa amare per ciò che racconta, per come lo racconta. S’immerge alle radici di certi brani, ne racconta la nascita, l’intuizione, il contesto. Non elabora un “santino” del gruppo e di Freddie Mercury, che visse con tormento inizialmente inconsapevole il suo amore per Mary Austin e poi la sua omosessualità, coltivata tra gli eccessi, soprattutto quando andò a vivere negli Stati Uniti.

Eppure all’interno del gruppo non era questo il problema. Se vogliamo, un’accoglienza che può essere letta anche come una lezione di civiltà all’interno di una band che lo elesse leader naturale per le sue qualità di musicista e cantante, senza farsi condizionare dalla sua eccentricità, dal suo ego smisurato, dagli eccessi, in palcoscenico e fuori.
Freddie Mercury, il cui vero nome era Farrokh Bulsara, inglese di origine parsi e nativo di Zanzibar, è stato un animale da palcoscenico, un eccezionale cantante e performer che proprio cantando e suonando con i Queen ha dato il meglio di sé.

Il film arriva fino al celebre Live Aid, 13 luglio 1985, che vide i Queen accolti in extremis nel cast di Wembley, con cui in pratica fecero dimenticare la contestatissima esibizione a Sun City, nel Sudafrica dell’apartheid, che li aveva fatti finire nella lista nera dell’ONU.

E quando Freddie-Malek (ripreso di spalle perchè in quel momento anche noi spettatori siamo nei Queen…) apre la tenda andando incontro allo Stadio stracolmo e iniziando a suonare e cantare, anche il pubblico cinematografico è pronto a vivere le emozioni della musica, con la commozione di chi sa che Freddie Mercury è malato di aids e morirà sei anni dopo. Rami Malek è entrato nel personaggio in modo convincente, la sua interpretazione e la musica dei Queen alimentano la partecipazione ad un film che non lascia indifferente e probabilmente riaccenderà la voglia di ascoltare la musica dei Queen. Ma anche gli altri attori, che interpretano con notevole somiglianza fisica Brian May, Roger Taylor, John Deacon, danno un contributo significativo ad un racconto che sa anche far sorridere, che unisce passioni e dolcezze, tenerezze e fragilità, abusi e debolezze umane.

Un’ultima annotazione su Freddie Mercury, legata all’esperienza vissuta nel 1992 a Barcellona, in occasione della cerimonia d’apertura dell’Olimpiade catalana. Sentire nello stadio la sua voce (spentasi l’anno prima) intonare insieme a Montserrat Caballè, il celebre soprano spagnolo, l’ormai mitico brano Barcelona registrato dai due quattro anni prima, fu un momento particolarmente emozionante e coinvolgente.

Chi erano i Queen

Il trailer italiano

https://www.youtube.com/watch?v=wTjo3So7IOs
https://www.youtube.com/watch?time_continue=82&v=azj01L47BSY

Il trailer originale
https://www.youtube.com/watch?v=mP0VHJYFOAU

https://it.wikipedia.org/wiki/Queen

Leandro De Sanctis

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