VOLLEY Berruto, ct contestato

 
Strano sport la pallavolo. Nel calcio a volte i club si arrabbiano perchè
 troppi loro giocatori sono convocati. Nella pallavolo scoppiano polemiche
 quando qualcuno resta a casa.
Le convocazioni del ct Mauro Berruto per la Final Six della World League
in Argentina hanno scatenato una polemica non da poco, dopo l'esclusione del
palleggiatore Baranowicz, neo acquisto della Lube Macerata, e dello
schiacciatore Kovar, anche lui di Macerata. Sotto riportiamo sia le parole del 
giocatore che quelle della società.
E pensare che in passato Berruto è stato anche allenatore del club marchigiano
(o forse questo è un elemento aggiuntivo della polemica, non so. Diciamo che
 finchè il ct dell'Italia fu Julio Velasco, nessuno si è mai sognato 
di contestare apertamente le sue scelte.
 In seguito pian piano le polemiche non sono mancate, per questo
 o quel giocatore accantonato. Molto spesso 
disapprovazione, quando non addirittura rancori, sono rimasti nascosti,
covati in silenzio. L'aspetto curioso è che nella vicenda sono in qualche modo
coinvolti gli ultimi due registi della Lube: Travica che l'ha appena lasciata
e Baranowicz che lo sostituisce. Da quel che trapela, l'accantonamento
di Baranowicz avrebbe radici nel rifiuto del giocatore di considerarsi
solo una semplice riserva di Dragan (ma sotto trovate le parole dirette
 del giocatore). Si suppone che a questo punto il ct non abbia più
ritenuto che fossero rispettate le condizioni del gruppo, e non volendo farlo 
diventare titolare, ora, ha deciso di lasciarlo fuori.
Su Kovar credo sia un discorso diverso, essendo il giocatore reduce da un 
serio infortunio, probabilmente il ct non si sarà ancora fidato al 100%.
Ma è solo una supposizione, non so le ragioni siano altre.
Quel che è certo è che un ct ha il diritto di allestire la squadra 
come ritiene opportuno, secondo i suoi criteri. Se ne assume la
responsabilità. Una Nazionale non è l'album delle figurine, come proprio Velasco
insegnò in quel celebre 1989. Detto questo ognuno ha poi il diritto di
pensarla come vuole, se resta nei limiti. Mi preoccupa solo il fatto
che si corra il rischio di perdere per strada potenziali azzurri di valore
e questo sarebbe davvero un peccato imperdonabile. 
Ma le cose possono cambiare, i giovani crescere e maturare. Mai chiudersi 
la porta in faccia.

LE PAROLE DI BARANOWICZ
(a Pasquale Di Santillo, 
Corriere dello Sport di oggi)
 
 «Non sono deluso, sono
amareggiato perchè mi sento preso in giro e non è la prima volta. La
scorsa stagione ho dovuto fare figure meschine insieme ad altri miei
compagni nei gironi di World League perché era necessario fare
esperienza mentre i titolari si riposavano. Poi, quando è arrivato il
momeno delle scelte, ha voluto Boninfante al mio posto. E sia chiaro,
non ho nulla contro il mio collega».
   Berruto avrà avuto i suoi motivi, comunque le avrà spiegato.
 «E’ la seconda volta che succede e se dice che mi lascia fuori perchè ho
ambizione di giocare mi arrabbio ancora di più. Quale delitto commetto? Mi
piace allenarmi, lottare per un posto, credo che rientri nei canoni di chi
fa sport, o no?».
   In realtà si dice anche altro.
«Lo so, ma la verità è che in questa World League mi sono sentito un
turista per caso, non sono mai stato mai preso in considerazione e adesso
devo sentirmi dire che non mi sono integrato nel gruppo. A Modena, la
scorsa estate ero arrivato come uno emerito sconosciuto, avevo la nomea
del rompi...scatole, invece è stata una grande annata per questo
ringrazierò sempre Lorenzetti, Da Re e tutta Modena per come mi hanno
tratto e per come mi hanno agevolato nella scelta che ho fatto verso
Macerata».
   Non è il solo ad essere amareggiato
«Passi la mia esclusione, ma quando ho saputo che anche Kovar era rimasto
fuori l’amarezza è raddoppiata. Ha lavorato come un cane in palestra
durante la riabilitazione; ha scampoli di gara dimostrando di essere
recuperato. Mi spiace molto, la sua è una delusione fotocopia come la mia,
stesso film prima dei Giochi?».
   Non la preoccupa che questo sfogo possa precluderle le porte della
Nazionale futura?
 «Io dico sempre quello che penso. Sono già sicuro di non andare ai
prossimi Europei, ma se mi rivogliono non dirò mai no alla Nazionale».
 
LE PAROLE DELLA LUBE MACERATA
 (direttore sportivo Stefano Recine)
 "Le convocazioni del ct 
vanno sempre rispettate - dice Recine - anche se naturalmente in questo 
caso, dovendo difendere le nostre scelte e quindi il nostro operato, per
 quanto ci riguarda siamo molto dispiaciuti e in totale disaccordo con 
le decisioni di lasciar fuori Baranowicz e Kovar. Nel primo caso si 
tratta del palleggiatore rivelazione della passata stagione, è giovane e
 rappresenta presente e futuro nel suo ruolo, questo è inconfutabile. 
Ecco perché abbiamo puntato decisi su di lui per affidargli la regia di 
una squadra importante e ambiziosa come la nostra. In riferimento a 
Kovar, invece, non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando dello 
schiacciatore che ha ricevuto il premio di MVP della finale scudetto 
2012. Jiri, escluso dalla Nazionale per il terzo anno di fila alla 
vigilia dell'appuntamento più importante, per noi è indiscutibilmente un
 fuoriclasse, non a caso gli abbiamo appena rinnovato il contratto per 
altre tre stagioni. E tra l'altro ha pienamente recuperato 
dall'infortunio, lavorando duro quotidianamente pure dopo la conclusione
 del campionato, prima con il nostro staff e poi con quello della 
Nazionale, che ce lo ha espressamente richiesto. Per quello che ci 
riguarda è insomma incredibile che due giocatori di questo calibro non 
vengano portati alle finali in Argentina, ancor più dopo aver lavorato 
con il gruppo azzurro per due mesi. Ma ripeto, il ct è pagato anche per 
fare una selezione, il fatto che abbia idee molto diverse dalle nostre 
vuol dire che una delle parti in causa sbaglia. Non abbiamo nulla contro
 la Nazionale, anzi, ne siamo i primi tifosi e  questo sia chiaro, 
indiscutibile però che in futuro vorremo più chiarezza sulle modalità 
con cui vengono gestite situazioni che riguardano i nostri giocatori. 
Deve esserci massima collaborazione e trasparenza da entrambe le parti".
 
 
 

Leandro De Sanctis

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