Mei: “Gli ori di Tokyo per una nuova atletica”

Mei: “Gli ori di Tokyo per una nuova atletica”.
Cinque medaglie d’oro, secondo posto dietro gli Stati Uniti nel medagliere olimpico dell’atletica a Tokyo 2020 (ma con le stesse cinque vittorie, una più della Jamaica). Un risultato sensazionale che va perfino oltre il fantascientifico bottino di medaglie d’oro. Accanto all’oro che brilla al collo degli atleti azzurri c’è il tesoro popolare di un elevatissimo coinvolgimento del pubblico davanti alla tv e poi in strada, nei bar e nei ristoranti. Il tessuto calcistico di un’Italia spesso monotematica sportivamente parlando, euforicamente contaminato dagli ori dell’atletica, da quello sprint nella 4×100 che per un centesimo ha di nuovo premiato l’Italia sulla Gran Bretagna, come era accaduto nella finale degli Europei di calcio con Italia-Inghilterra. A Wembley successo ai rigori, sulla pista di Tokyo la 4×100 regina olimpica per un centesimo, quello scavato da Filippo Tortu nello sprint della vita. Gianmarco Tamberi, Massimo Stano, Antonella Palmisano, Marcell Jacobs, la 4×100 con Jacobs, Patta, Desalu e Tortu hanno firmato una cinquina storica per noi italiani, rilanciando uno sport che è da sempre la regina dell’Olimpiade. Anche se i suoi dirigenti mondiali hanno dimostrato di non apprezzarlo più, inventandosi contorti regolamenti che penalizzano gli atleti, nel nome non si sa bene di cosa, di un presunto spettacolo che è sempre stato e resterà in pista, grazie ai suoi attori e alle sue attrici. Atleti e atlete. Ed è particolarmente esaltante che lo spot a sorpresa sia stato firmato dai successi italiani, la risposta migliore all’atteggiamento tenuto di recente dal suo presidente Sebastian Coe, che per difendersi dalle sentenze del Tribunale di Bolzano sul caso Schwazer, aveva maltrattato e minacciato senza riguardi la nostra atletica.



A Tokyo Nazareno Orlandi ha raccolto le dichiarazioni del presidente della Federatletica, Stefano Mei, e del direttore tecnico Antonio La Torre.

di Nazareno Orlandi (* ufficio stampa Fidal)

I ragazzi hanno fatto la storia, ma l’atletica può cambiare la storia dello sport italianoStefano Mei, presidente della Fidal ha tracciato un bilancio a poche ore dalla fine dell’Olimpiade dell’atletica – se da Tokyo 2020 riparte una nuova atletica, a cascata tutto lo sport potrebbe beneficiarne. Siamo venuti qui carichi di speranza e con numeri ampi, per sottolineare la vitalità del sistema, come forma di riconoscimento dell’attività svolta da società e dirigenti anche durante la pandemia, quando l’atletica ha permesso a tanti giovani di continuare a fare attività sportiva. Avevo chiesto ai ragazzi di fare del loro meglio: nessuno ha avuto il ‘braccino’, quando ci sono state contro-prestazioni – in pochi casi – erano soltanto legate a piccoli problemi fisici”. 

Sento la responsabilità, per avere la grossa chance di sviluppare dei progetti a lungo termine. C’è da pensare soprattutto a una nuova epoca di reclutamento, ragionando non sull’immediato bensì, direi, su Brisbane 2032. Sfruttare il circolo virtuoso che si è innescato a Tokyo e dipanarlo nei prossimi dieci anni. In questo momento siamo sulla cresta dell’onda e in tema di impiantistica credo che le amministrazioni comunali, dopo questi risultati, abbiano ancora più piacere ad offrire ai propri cittadini la possibilità di fare atletica. Tokyo è qualcosa di epocale, potrebbe veramente darci un abbrivio positivo. Abbiamo tanti progetti e ci aspetta un lavorone, soprattutto sull’atletica a scuola. Dobbiamo tornare a essere la federazione che recluta di più dopo il calcio. Non possiamo aspettare, dobbiamo iniziare… ieri. Per tutti questi temi sarebbe fondamentale il supporto del Governo. Ma cinque medaglie d’oro alle Olimpiadi sicuramente aiutano”.

Sul rapporto con il DT La Torre: “Tra me e Antonio non c’è mai stato nessun problema. Ogni volta che è uscita qualche notizia, ci siamo sempre sentiti al telefono e chiariti. Non ho mai parlato di epurazione”.
Sugli Europei di Roma 2024: “Entro la prossima settimana dovremmo avere la situazione più chiara”.

Il dt La Torre: “Cinque ori non casuali”

Il Direttore tecnico Antonio La Torre: “Ci siamo messi in un bel guaio. Adesso inizia la sfida per mantenersi in questa nuova dimensione, o molto vicini. Ce l’ha insegnato Gimbo Tamberi, con la sua parabola sportiva e umana, come si fa. Da adesso in poi la mentalità deve essere che ‘si può fare!’. L’avvicinamento l’abbiamo costruito bene, qui sono successi dei fatti esagerati ma non per caso: pensate a Stano e Palmisano che due anni fa abbiamo mandato in Giappone per studiare le condizioni che avrebbero trovato ai Giochi. I numeri ci dicono che il 65% di chi ha gareggiato ha superato almeno un turno. Con le staffette abbiamo realizzato 4 record italiani su 5, frutto di tanta pianificazione. Marcell Jacobs ha migliorato il primato italiano in ognuno dei suoi cinque turni di gara, e due volte quello europeo nei 100: credo possa essere l’uomo da battere per i prossimi tre anni se resterà se stesso. Tortu, un guerriero come non mai, l’abbiamo subito ritrovato dopo la semifinale, e non abbiamo mai pensato di spostarlo dall’ultima frazione della staffetta. Con Marcell, Desalu e Patta ha scritto la storia. Patta, ecco: abbiamo scelto di non fargli fare gli Europei under 23 per preservarlo in vista dei Giochi”.
“Penso a Sibilio – vorrei che tutti avessero la sua, lasciatemelo dire, ‘cazzimma’ – ma anche a giovani donne già mature come Battocletti e Sabbatini. A Randazzo. Mi è piaciuto molto il quinto posto di Zane Weir, pieno merito a Paolo Dal Soglio per come l’ha portato a questa finale e sono certo che aiuterà tantissimo Leonardo Fabbri verso Parigi 2024. Non voglio dimenticare nessuno, per esempio Bogliolo e Osakue, altre neo primatiste, o un Re tornato ai livelli di Doha. L’Europa si è accorta di noi e considero cruciali gli Europei di Monaco del prossimo anno (in programma dopo i Mondiali di Eugene, ndr). Dal presidente Mei nessuna interferenza tecnica e totale carta bianca e fiducia, questo è stato importante. Prima di tutto viene l’oro ma non voglio neanche nascondere i problemi cioè capire cosa sia successo a Crippa, oppure un mezzofondo veloce da rifondare, diverse gare dei lanci nelle quali siamo scoperti, la marcia che deve lavorare sul ricambio”.
I nomi per il futuro: “Dallavalle sarà un elemento di classe mondiale assoluta, a Larissa Iapichino, qui assente, abbiamo dato tutto il tempo di maturare”.

Leandro De Sanctis

Torna in alto