VOLLEY Bombardamento musicale, supplizio Mondiale

Il pienone per l’inaugurazione dei Mondiali di volley 2018, It
Italia-Giappone a Roma, Foro Italico, Stadio del Tennis FOTO FIVB-GALBIATI
Bombardamento musicale, supplizio Mondiale
(testo in gran parte pubblicato sul Corriere dello Sport di martedì 11 settembre 2018)
Gli undicimila spettatori che hanno vissuto la notte inaugurale dei Mondiali, allo Stadio del Tennis, sono tornati a casa con gli occhi pieni di azzurro e le orecchie che ronzavano per l’assordante bombardamento musicale, per lo più simil techno che disco, che ha caratterizzato tutta la serata.
Il periodo dell’attesa, ma poi anche per tutta la partita e perfino dopo, quando le scalinate del nuovo Centrale del tennis si erano andate svuotando. Un supplizio putroppo destinato a ripetersi in ogni giornata del Mondiale, perchè questa insolita arma di distrazione di massa pallovlistica è stata messa a punto, con tanto di protocollo, dalla Fivb, la  Federazione Internazionale Volleyball. Coinvolgere e cercare di far divertire il pubblico è lecito e giusto, ma dovrebbe esserci un limite, almeno durante la partita. E pensare che negli anni ‘90 quando la Coppa Campioni arrivava in Belgio, ci si sorprendeva e infastidiva per le orchestrine che a bordo campo suonavano, rendendo il volley simile a una sagra paesana.  La Fivb crede che questo sia il sistema migliore per promuovere la pallavolo ma in realtà il protocollo “sport presentation” nato a Rio e applicato già nella Nations League, svilisce il volley ed è un segno di debolezza, perché si ritiene che la pallavolo da sola non sia abbastanza attraente. Sa tanto di “fuffa”, una coperta che nasconde nel
chiasso musicale diretto dagli speaker, una spaventosa povertà di idee e credibilità sportiva. Come gadget, agli spettatori dovrebbe essere data, insieme al biglietto, una pillola per il mal di testa. Magari con l’avvertenza per le mamme e i papà che affollano i Palasport portandosi dietro i bimbi di pochi mesi, di non dimenticare le cuffie per proteggere le orecchie, i timpani e l’udito delle creature.
Sarebbe auspicabile che i creativi della Fivb concentrassero le attenzioni sulla politica da mettere in atto per promuvere davvero la pallavolo. Magari cominciando ad evitare le assurdità e gli autogol: le formule farlocche, i tornei commerciali con i calendari preferenziali, la concomitanza dei suoi due Mondiali (in Giappone inizierà il Mondiale femminile quando in Italia non sarà ancora concluso quello maschile). Ma hanno un nome e un cognome questi presunti “geni” che ridicolizzano la pallavolo? Per scovare i loro errori non serve nemmeno il Challenge. Sono lampanti.

Leandro De Sanctis

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