Supersex | Recensione

Supersex | Recensione.
Era una delle serie italiane più attese. Un po’ per il tema del cinema pornografico, un po’ per la popolarità di Rocco Siffredi e un po’ per l’interpretazione di Alessandro Borghi nel ruolo della stella del sesso cinematografico.
In generale ho imparato a non amare troppo i biopic, film o serie che siano, perché le regole imposte soprattutto nelle produzioni seriali troppo spesso seguono dei canoni figli di norme diventate come ingredienti di un piatto da servire in tavola. Al riguardo la scena della riunione con Netflix che Nanni Moretti ha mostrato nel suo film Il Sol dell’Avvenire, è stata eloquente e illuminante.
Che senso ha vedere un film o una serie che spaccia per biografia elementi non biografici o romanzati?
Mentre stavo ultimando la visione delle sette puntate di Supersex, sono emerse le molte polemiche legate al film e alle interviste rilasciate da Rocco Tano Siffredi (a dire il vero anche a quanto sarebbe accaduto dopo una certa intervista…) e ciò ha reso arduo distinguere realtà e fantasia in una serie che ha lasciato tanti punti interrogativi. Realtà e finzione paiono accavallarsi lasciando lo spettatore nel dubbio: ciò che vede è successo realmente?
In particolare il personaggio del fratello di Rocco, interpretato da Adriano Giannini, a tratti sembra quasi sovrastare il protagonista facendo credere che sia stata una finzione esasperata proporlo in quel modo. E non se ne capisce la ragione. Ma poi leggendo ciò che Rocco Tano ha dichiarato, del suo timore di aver messo troppo in cattiva luce il fratello, allora si immagina che invece sia tutto abbastanza vero, nella finzione.
E così la storia di Rocco Tano, campione del porno sesso nativo di Ortona, centro sul mare d’Abruzzo, all’epoca ancora, come dire, poco propenso a superare gli angusti e spesso gretti confini di ristretta mentalità, non si sviluppa tanto come una serie sull’eroe del Supersex, quanto sul racconto di un bambino segnato da piccoli e grandi drammi familiari. C’è più Rocco Tano che Rocco Siffredi (nome preso a Parigi, in omaggio al personaggio interpretato da Alain Delon (Roch Siffredi) nel film Borsalino (1970).
Raccontata così, la storia propone elementi polizieschi e di violenza, per certi aspetti poco plausibili e lasciati in sospeso: zingari sprangano un bambino portandolo alla morte senza che la Polizia faccia nulla? Al punto che dopo decenni gli stessi zingari ancora spadroneggiano a Ortona? Oppure a Parigi la Gendarmeria si presenta cercando Tommaso (Adriano Giannini) che è sospettato di una rapina finita male e lascia detto (!) di farlo recare in centrale al suo ritorno. Per poi non tornare più sull’episodio. I personaggi del papà e degli altri fratelli, ma anche della stessa madre, restano figurine non approfondite, nonostante siano elementi così importanti nella storia personale di Rocco.
Il personaggio di Jasmine Trinca, è stato detto dagli autori, riassume varie donne incontrate da Rocco e il suo stare al centro di questo anomalo triangolo sentimentale tra Rocco e Tommaso, è una delle chiavi della storia.
Non sembra esserci autentico piacere nel lavoro di Rocco: dinanzi alla macchina da presa, il sex è un lavoro, senza troppo piacere. Anzi quasi da svolgere con la rabbia di chi ha tanta vita irrisolta e drammatica alle spalle. Anche se poi alla fine il quadro che emerge è quello di una sorta di gabbia in cui Rocco Siffredi è rinchiuso, la gabbia della performance sessuale che lo tiene lontano dall’amore. Sorvolando sulla scelta di osare l’inosabile almeno in una scena (al cimitero) resta sempre il dubbio se quanto appare spudoratamente finto, sia invece realmente accaduto.
E Alessandro Borghi? Il suo talento e la sua qualità di attore non acquistano nulla con la sua interpretazione di Rocco Siffredi. Dal tono monocorde del suo racconto come voce fuori campo ai dialoghi e il suo muoversi sul set e nelle scene di sex, appare come straniato e poco coinvolto.
Supersex non dice molto sul sesso del cinema porno pur raccontandone pagine di un epoca che negli anni ’90 era ancora d’oro (nel film appaiono personaggi iconici: Gabriel Pontello, Riccardo Schicchi, Moana Pozzi).

Hot d’or a Cannes, AVN, Ninfa, XBiz Awards

Bacchettoni, puritani e benpensanti se ne facciano una ragione. Anche il cinema porno ha i suoi Awards, i suoi Oscar assegnati ogni anno. Ogni categoria ha i suoi premi, non solo categorie come miglior film o miglior attore e attrice ma anche a livello di interpretazione nelle varie scene, come dire, specialistiche. Nella serie viene mostrata una serata di premiazione a Cannes e c’è una scena che strapperà sorrisi, per la dedica alla mamma che con emozione pronuncia l’attrice premiata per la migliore interpretazione in una…particolare situazione (Best Anal Sex Scene).


Supersex

SUPERSEX – Italia 2024. Sette episodi da circa 50 minuti ciascuno. Ideata da Francesca Manieri. Attualmente visibile su Netflix.
Regia: Matteo Rovere, Francesca Mazzoleni, Francesco Carrozzini
Interpreti: Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Adriano Giannini, Saul Nanni, Francesco Pellegrino, Enrico Borello, Vincenzo Nemolato, Gaia Messerklinger, Jade Pedri, Linda Caridi

Leandro De Sanctis

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