ROMA Marino, il solito sindaco esattore

Cosa c’era scritto nella seconda riga del cartello sotto la foto di Ignazio Marino? Da vessati? Da spolpati? O forse solo un impossibile? Roma è vita impossibile.

I giornali di ieri hanno ampiamente riportato, ma senza alcuno spirito critico, senza chiose, gli ultimi terrificanti annunci del sindaco di Roma, Ignazio Marino. La sostanza è che intende aumentare il costo orario del parcheggio nelle strisce blu (introdotte a Roma da un altro solito sindaco che voleva apparire diverso, Rutelli) portandolo a 1,50 euro. Ma soprattutto ha annunciato che abolirà ogni tipo di offerta promozionale, il ticket da 4 euro in cambio di 8 ore di park, studiato per lenire le sofferenze degli impiegati e di chi si ritrova a subire un prelievo forzoso sui suoi già magri guadagni. Aboliti anche gli abbonamenti da 70 euro al mese e pare che nemmeno i residenti avranno la possibilità, pagata con quote crescenti per ogni auto posseduta, di parcheggiare senza pagare esattamente come chi non risiede.
Non siamo ancora all’altezza, o alla bassezza, di quel genio di politico (sempre loro, è decisamente una categoria dotata di inventiva vessatoria) che voleva far pagare l’asfalto occupato da ogni singola automobile, ma ci stiamo avvicinando.
La perla con cui il fresco sindaco ha condito l’annuncio dell’ennesimo furto della politica ai danni dei cittadini meno abbienti è stata la frase: “Le strisce blu non sono un garage”.
Non so se questa perla di arroganza spacciata per saggezza sia stata farina del suo sacco o gli sia stata suggerita da eventuali ghost writer. Forse avrebbe potuto aggiungere un “ancora”. Le strisce blu non sono ancora un garage, tra poco il costo per lasciare la macchina e andare a lavorare si avvicinerà a quello che chi se lo può permettere spende per usufruire di un garage.
Non conta più il colore sbiadito delle bande di appartenenza, su come sfruttare la gente ci sono sempre state larghe intese, a Roma lo sappiamo bene. Il sindaco Marino la dà a bere riciclando luoghi comuni che possono convincere solo chi non vive a Roma e non sa come (non) funzionano i mezzi pubblici.
L’altra barzelletta che viene raccontata ciclicamente è questa: facciamo pagare più soldi agli automobilisti per scoraggiare l’uso delle auto e invogliare a prendere il bus. Meno inquinamento, più ecologia. Poi vedi bus del Comune che scaricano nubi nere dalle marmitte, camioncini vari che spargono gas inquinanti oovunque, spesso ad altezza passeggini. Che un mezzo del Comune debba inquinare così, è una bestemmia: loro non lo fanno il bollino blu? (altra forma vessatoria mascherata da sensibilità ecologica).
L’anno scorso il precedente sindaco, Gianni Alemanno, aveva varato l’aumento del biglietto del bus, abolendo le riduzioni per gli studenti. Aumento del prezzo e abolizione degli abbonamenti. Da Alemanno a Marino non è cambiato nulla al riguardo. Una bella staffetta che prosciuga le tasche dei romani che non lavorano in Parlamento, per i romani che pagano le tasse.
Come vengono spesi i soldi che il Comune riscuote è sotto gli occhi di tutti. Marino si comporta come le assicurazioni: dato che ci sono molti che truffano, aumentano le polizze invece di andare a stanare chi imbroglia. Perchè non si controlla chi non paga la sosta tariffata? Perché non si multano le auto parcheggiate in doppia fila (anche quelle che impunemente usano le normali vie di scorrimento come garage – per usare le parole del sindaco – davanti a negozi, bar ben/mal frequentati) che contribuiscono al caotico traffico, le auto che intralciano il passaggio dei bus e via dicendo.
Usare i mezzi pubblici? Certo, se ci fossero, se non facessero aspettare le mezzore per poi passare anche tre uno dietro l’altro, se la metropolitana funzionasse fino a notte come nelle altre civili capitali d’Europa. Marino pensa di essere il sindaco di Londra, Parigi o Vienna? Le macchine ci sono e fanno di tutto per venderle: intelligente sarebbe trovare soluzioni partendo dalla realtà, inventando parcheggi a portata di ogni tasca (invece si sono dati permessi per maxi parcheggi sotto i palazzi, che poi costano un occhio della testa)
Eppure gliel’avranno detto che l’Atac da luglio, e non da agosto, ha dovuto ridurre le corse dei bus per mancanza di personale. Ha mai provato il sindaco a muoversi da un capo all’altro della vittà la domenica?
Certo, spolpare gli automobilisti è facile, una carta sicura, lo fanno tutti. Siamo in una crisi irreversibile, gli stipendi calano e il Comune aumenta i prezzi? A che titolo. Con che faccia si parla poi di ripresa? Dove li prende la gente che paga le tasse i soldi per spendere. I negozi incassano poco, tagliano gli stipendi già magri (e troppo spesso in nero) dei loro dipendenti precari. Ma il Comune di Roma aumenta le tariffe. E’ coraggio o faccia tosta raccontare bugie agli elettori? Ci avviamo verso la globalizzazione delle strisce blu in tutti i quartieri della città? Poi magari vediano se a Tor Bella Monaca o in altre periferie, mandano a controllare se la sosta è pagata. Ricordo che quando fu introdotto l’uso del casco obbligatorio, finì in tv un ragazzo che scavallata la mezzanotte fu multato in Piazza Venezia. Poi capitai a Lecce, a Napoli, a Catania: portava il casco un motociclista su cinque, e ho visto un’intera famiglia di quattro persone quattro seduta sullo stesso scooter (i figli erano nimbi, senza casco).
Senza parlare degli scandalosi appalti con ditte che pongono asfalto deteriorabile a stretto giro, le buche onnipresenti, i cantieri intralcia traffico a cui spesso nessuno lavora, le voragini aperte a staffetta e senza coordinamento per i lavori di gas, luce e telefonia. Le mai applicate sanzioni a chi non raccoglie le deiezioni dei cani (chissà se la parola l’ha inventata un altro dei soliti sindaci, Veltroni, bravo a farsi fotografare a Piazza Cavour nell’atto di sorprendere una sua vecchia conoscenza  alle prese con la cagata del suo cane, ad uso e consumo delle stampa (perché ci sono cagate e cagate…).
Questa è Roma, la grande schifezza che i romani onesti devono sopportare quotidianamente. Con la speranza, mal riposta, che nella notte il principe Giovanni non abbia ordinato allo sceriffo di Nottingham altri prelievi forzosi.

Leandro De Sanctis

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