VOLLEY Bonitta, cartellino rosso all’arbitro

L’ex ct azzurro è dirigente della Porto Ravenna

Testo pubblicato dal Corriere dello Sport, martedì 9 gennaio 2018

Marco Bonitta non ci sta e ci mette la faccia, costi quel che costi. Una presa di posizione tesa a tutelare non solo la Bunge Ravenna ma tutti i club meno attrezzati a livello economico e dunque più esposti e condizionati dai risultati, che spesso si riflettono sullo stato di salute economico e risultano decisivi per la sopravvivenza stessa dei club. Partendo dalla denuncia fatta da Marco Bonitta dopo Trento-Ravenna, il Corriere dello Sport ha trattato l’argomento dando voce alle riflessioni dell’ex ct della Nazionale femminile italiana.

Settimana difficile sul fronte arbitrale, tanto nel calcio che nel volley, con il primo week end dell’anno che ha fatto esplodere polemiche e proteste analoghe, da parte delle società che non appartengono alla ristretta cerchia delle grandi. Se dopo Cagliari-Juventus il presidente della squadra sarda, Tommaso Giulini, ha tuonato contro l’arbitro Calvarese, citando anche gli episodi di Crotone-Napoli e Roma-Cagliari, Marco Bonitta dirigente della Bunge, dopo Trento-Ravenna ha puntato il dito sull’operato dell’arbitro Fabrizio Saltalippi, un veterano tra i fischietti.

L’ex ct della Nazionale azzurra femminile, campione del mondo nel 2002, ricostruisce gli episodi che hanno innescato il nervosismo e la protesta della società romagnola. Si era nel terzo set, 16-14 per i romagnoli.
«Si deve partire prima di quell’episodio che ha poi portato al cartellino rosso per Marechal – racconta Bonitta – Tre o quattro azioni prima a Trento viene negata una rigiocata giusta, perché la difesa di piede era buona. Ci sono state proteste vigorose, Lanza prende la palla e sotto agli occhi dell’arbitro la sbatte sul piede come a ripetere l’azione sanzionata. L’allenatore Lorenzetti entra in mezzo al campo, anche giustamente aggiungo, perché Trento aveva ragione su quella palla».
Poi che accade?
«Penso che il signor Saltalippi si sia reso conto di aver fatto un errore e da quel momento suppongo non abbia pensato ad altro che a restituire con gli interessi a Trento, che è una squadra importante. Non sto a sindacare sul fallo di palleggio fischiato contro di noi, ma sui cartellini istantanei estratti in rapida successione. Marechal si mette le mani nei capelli ed è subito rosso, poi applaude e arriva l’espulsione. Tutto è opinabile ma se l’arbitro avesse dato inizialmente il giallo, poi l’applauso avrebbe portato al primo rosso».
Marco Bonitta ha atteso la fine della partita, vinta poi da Trento per 3-1, e ha atteso il signor Saltalippi per dirgli ciò che pensava. «Ci ho pensato bene: mi sono detto, qui devo fare qualcosa. Niente di eclatante ma con chiarezza e trasparenza, al tavolo del segnapunti gli ho parlato. Gli ho detto che è un incompetente con personalità zero e che chiedo di non averlo più come arbitro della nostra squadra. Gli ho detto in faccia che ha usato due pesi e due misure. Per le proteste di Trento non ha reagito, a noi ha tolto un giocatore nel set decisivo. Non so perchè ma non è la prima volta che prende decisioni contro di noi. L’anno scorso a Latina ci penalizzò su un mani fuori di Fei giudicato male. E noi non andammo ai play off per un set».
Ora sarà squalificato…
«Ma lo spero. In prima battuta sia io che Marechal siamo stati solo diffidati. Ma ho rincarato le mie dichiarazioni: è il concetto che voglio portare alla luce. Forse meriterei un mese di squalifica ma certe cose bisognava dirle. Farò un altro discorso anche in Consiglio di Lega: oltre all’orgoglio per il risultato sportivo, se arrivo ottavo faccio un quarto di finale con la prima, posso realizzare un incasso di 50.000 euro e se vinto una partita magari ne faccio un altro. Essere defraudati per questi motivi rappresenta anche un danno economico. Ormai Saltalippi ha il dente avvelenato contro di noi, non voglio più che arbitri  nostre partite. Non è una questione arbitrale, ce ne sono tanti bravi e con alcuni siamo in ottimi rapporti. Ma chi parte prevenuto non deve arbitrare. È durissima arrivare alla fine della stagione per un club come il nostro, che fa i salti mortali. Voglio arbitri competenti e che abbano personalità per non sfavorire la squadra più debole. Non deve succedere che un big protesti e non venga nemmeno richiamato, mentre il giocatore di una piccola prende subito i cartellini rossi. Facciamo una fatica enorme per mantenere lo spettacolo della pallavolo nella nostra città, e se non c’è equità, personalità…Non possiamo accettare determinate situazioni»

Leandro De Sanctis

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