MUSICA Il trionfo degli Stadio con “Un giorno mi dirai”, il Festival alla carriera

https://it.wikipedia.org/wiki/Stadio_(gruppo_musicale)

L’unica cosa seccante della vittoria degli Stadio al Festival di Sanremo (con il brano Un giorno mi dirai) è che confessando la mia militanza della primissima ora, devo uscire dalla nicchia. In realtà è una “nicchiona” perchè la platea che segue e ama la musica degli Stadio è oceanica ed appassionata, come sa chiunque abbia assistito anche ad uno solo dei loro concerti. Una specie di setta segreta (ma non troppo) composta da gente di ogni età che ama la musica ben suonata, la voce di Gaetano Curreri, i testi delle loro canzoni (nell’ultimo decennio opera notevole di Saverio Grandi), l’aspetto melodico e melodrammatico delle loro ballate sentimentali. Un rock pop? Musica leggera più raffinata? Machissenefrega delle etichette, roba ormai sorpassata e inutile da appiccicare addosso ai musicisti.
Gli Stadio sono stati grandi nonostante il Festival di Sanremo, si può dire oggi ricordando i disastrosi piazzamenti di quasi tutte le loro precedenti partecipazioni, come ricordavano con ironia in ogni loro concerto. Ultimi, penultimi, terz’ultimi, nonostante fior di brani che poi avrebbero riscosso il meritato successo. Destino comune a molti classici della canzone italiana, perchè non sempre si capisce al primo ascolto il valore di un pezzo.
Anno    Categoria    Brano    Piazzamento
1984  Allo stadio    20º
1986  Canzoni alla radio    22º
1999   Lo zaino    5º
2007    Guardami    19º
2016    Un giorno mi dirai    1º
La passione per gli Stadio nacque figlia di altre passioni trasversali: Lucio Dalla, i film di Carlo Verdone in cui comparivano loro brani, da Borotalco a Acqua e sapone. Divenni fan di Lucio Dalla prima di molti altri, logico seguire con interesse ogni collaborazione attigua, da Ron agli Stadio appunto.
E poi quella magnifica controcopertina a colori di Stadio, il giornale che si era fuso con il Corriere dello Sport. Non ricordo esattamente che anno fosse, all’alba degli Ottanta, c’era Sergio Neri condirettore e l’edizione verde, Stadio appunto, dedicava ad un tema la controcopertina monotematica, a colori, in tempi in cui i quotidiani erano ancora stampati in bianco e nero. In quella pagina gli Stadio raccontavano di aver preso il nome proprio dalla testata del quotidiano sportivo che a Bologna e in Emilia Romagna era un’istituzione irrinunciabile, come il caffè e la brioche al bar la mattina per colazione. Nel tempo quasi nessuno lo ha ricordato più, per questo quando un paio d’anni fa, in occasione del loro concerto all’Auditorium Conciliazione di Roma, Gaetano Curreri ha raccontato l’episodio, il perchè di quel nome, mi ha fatto particolarmente piacere e le persone a cui lo avevo già raccontato hanno appurato che non dicevo frottole…
Tredici anni fa Gaetano Curreri ebbe un ictus e fu salvato da un medico suo fan che assisteva al concerto.
Ora è significativo che la band abbia rinunciato ad andare all’Eurovision Song Contest, cedendo il posto a Francesca Michielin: del resto gli Stadio sono stati sempre anche un laboratorio, scritte canzoni per altri artisti (Irene Grandi, Noemi, Patty Pravo), collaborazioni (da Luca Carboni a Vasco Rossi). Grandi nella canzone d’amore, che hanno attraversato anche con testi non banali sul rapporto uomo-donna, ma capaci di cantare temi scottanti (Per la bandiera, sull’attentato-strage di Capaci, dedicata agli uomini della scorta di Falcone e scritta insieme con Francesco Guccini) o campioni dello sport (Pantani, Facchetti e Scirea, Maradona).
Nella loro penultima tournée, quella di Diluvio universale (2009), invitavano i fan a scrivere una frase che testimoniasse cosa era per loro la musica degli Stadio. Beh, per me la loro musica dà colori e sfumature a sentimenti personali e comuni, raccontando romanticamente i risvolti dell’amore e della vita ed avvolgendoli con l’emozione. Come caramelle che scartandole rivelano dei diamanti, per citare il titolo del loro penultimo album in studio.
Al Festival di Sanremo hanno fatto man bassa di premi, addirittura quattro: il Festival assoluto, le cover (con La sera dei miracoli di Lucio Dalla), la musica (Il premio Lucio Dalla della sala stampa  radio tv web).
Credo fosse sincero lo stupore di ritrovarsi su quel palco vincitori, dopo aver ricevuto un premio anche dalla giuria presieduta da Franz Di Cioccio della PFM. Ma Sanremo non era solo spazzatura? Beh, affronterò il tema in altro post. Diciamo che per una volta il Festival non deve provare imbarazzo: il Festival alla carriera gli Stadio se lo meritavano. Indipendentemente dal fatto che Sanremo rappresenta solo una parte della musica italiana e che è diventato principalmente un contenitore di pubblicità e una trasmissione televisiva. Ma questo non è colpa degli Stadio. E per una volta, con il successo di Un giorno mi dirai, perfino al Festival, i… Conti tornano.

ps: un sabato sera trionfale per il tifoso della Juve appassionato degli Stadio.

Gli Stadio ora sono: Gaetano Curreri (voce), Giovanni Pezzoli (batteria), Andrea Fornili (chitarre, tastiere e programmazioni), Roberto Drovandi (basso, tastiere, programmazioni). Il loro ultimo album, Miss Nostalgia, è uscito venerdì scorso.
Album in studio
1982 – Stadio
1984 – La faccia delle donne
1986 – Canzoni alla radio
1989 – Puoi fidarti di me
1991 – Siamo tutti elefanti inventati
1992 – Stabiliamo un contatto
1995 – Di volpi, di vizi e di virtù
1997 – Dammi 5 minuti
2000 – Donne & colori
2002 – Occhi negli occhi
2005 – L’amore volubile
2007 – Parole nel vento
2009 – Diluvio universale
2011 – Diamanti e caramelle
2016 – Miss nostalgia
Album dal vivo
1993 – Stadiomobile Live
2006 – Canzoni per parrucchiere Live Tour
2012 – 30 I nostri anni
Raccolte
1988 – Canzoni alla Stadio
1991 – Canzoni alla Stadio 2
1994 – Acqua e sapone
1996 – Il canto delle pellicole
1998 – Ballate fra il cielo e il mare
2000 – I miti musica
2003 – Storie e geografie
2007 – The Platinum Collection
2011 – I più grandi successi
2012 – Un’ora con Stadio
2013 – Immagini del nostro amore

Leandro De Sanctis

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