L’incredibile storia dell’Isola delle Rose | Recensione

L’incredibile storia dell’Isola delle Rose. Il ’68 è stato un anno speciale, per ciò che tutti sanno ma anche per una piccola e amena storia che invece quasi tutti avevano dimenticato. La stramba avventura di Giorgio Rosa, che costruì un’isola al largo di Rimini, oltre i 6 chilometri delle acqua territoriali italiane. Ingegnoso, visionario e un tantino folle come i sognatori sanno essere, Giorgio Rosa portò la sua isolina a Strasburgo, al Consiglio d’Europa, mandando in crisi il governo italiano di allora.
La piattaforma artificiale creata si autoproclamò micro nazione il 1º maggio del 1968 attirando neo cittadini da ogni parte d’Europa, offrendo opportunità di vivere senza troppe regole. Riscosse un notevole successo ma dovette soccombere all’attacco dell’Italia, nell’unico atto di guerra della nostra Repubblica: era il febbraio del 1969.
L’Isola delle Rose è diventato un film, non meno particolare del personaggio che voleva raccontare. Nei panni di Giorgio Rosa, che non avrebbe voluto che quella vicenda fosse narrata cinematograficamente (come ha detto poco prima di morire) c’è uno straripante Elio Germano, che su Netflix era già apparso con il deludente L’uomo senza gravità.
Il film di Sydney Sibilia ha diviso i giudizi, e devo dire che mio trovo sulla sponda di chi non ha apprezzato troppo il film.
Non mi è piaciuta la cifra stilistica che ha optato per una presentazione decisamente sopra le righe dei personaggi, dipinti come un gruppo di esaltati totalmente scollegati da un minimo senso della realtà, anche se dotati di conoscenze tecniche notevoli, al punto da “montare” una piattaforma in mezzo al mare. Per carità, alcune scene risultano anche divertenti, ma il registro scelto svilisce e fa perdere credibilità al tutto. Sembra la storia semiseria di un gruppo di lulloni stravaganti e con qualche rotella non del tutto a posto.
Anche i politici, il governo di allora, diventano poco più che macchiette. Luca Zingaretti interpreta Giovanni Leone senza nemmeno il marcato accento napoletano che aveva il futuro presidente della Repubblica (Uno buono, come cantò Edoardo Bennato nel suo album I buoni e i cattivi, rimarcando proprio l’accento napoletano), Fabrizio Bentivoglio è anche divertente nel tratteggiare la figura del ministro Luigi Restivo, ma è decisamente una macchietta.
Arruolati nel cast l’attore francese Francois Cluzette e il tedesco Tom Wlaschiha, che il pubblico italiano aveva conosciuto nella serie Tv Crossing lines.
Alla fine il merito maggiore del film è proprio l’aver riportato alla luce una bella e strana storia ormai dimenticata. E va aggiunto che dopo quell’episodio, la distanza delle acqua territoriali passò da 6 a 12 chilometri, per scoraggiare dal reiterare l’impresa.

L’INCREDIBILE STORIA DELL’ISOLA DELLE ROSE – Italia, 2020. Durata 117 minuti.
Regia: Sydney Sibilia
Interpreti: Elio Germano, Matilda De Angelis, Leonardo Lidi, Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti, Francois Cluzette, Tom Wlaschiha, Alberto Astorri, Violetta Zironi.

L'incredibile storia dell'isola delle rose
L’incredibile storia dell’isola delle rose

Leandro De Sanctis

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