Juventus-Cagliari 2-1 | Il miglior attacco è la difesa

Juventus-Cagliari 2-1 | Il miglior attacco è la difesa.
Szczesny subisce gol dopo 615 minuti ma la Juventus allunga a sette partite e cinque vittorie di fila la sua striscia positiva e dorme per una notte in testa alla classifica, in attesa di Inter-Frosinone di domani sera, aspettando il confronto diretto con la capolista. Se il detto recita che la miglior difesa è l’attacco, stasera invece è stata proprio la difesa bianconera l’attacco vincente. A realizzare i due gol del successo sono sono stati Bremer e il talismano Rugani. Il brasiliano con l’ennesimo colpo di testa, specialità della casa, su assist di Kostic, ha sbloccato la partita dopo un’ora di gioco. Rugani ha raddoppiato dopo 10 minuti con petto e pancia (senza tocchi di mano, come a caldo ritenevano i sardi).
Sembrava poter essere il timbro su un finale di gara tranquillo ma una prodezza di Dossena, colpo di testa a svettare tra i difensori juventini (primo gol incassato da palla ferma) per guadagnare un quarto d’ora di speranza, corroborata anche da un palo dello stesso Dossena, mai così vicino a una straordinaria doppietta.
Insomma, la solita sofferenza finale per la Juventus, che non ha concesso molto a un Cagliari assai ben disposto da Ranieri e capace di imbrigliare tatticamente la manovra offensiva bianconera.
L’assenza di Rabiot ha tolto imprevedibilità e vivacità al centrocampo, che ha vissuto sugli slanci di McKennie. Generosi Kean (che però non ha mai tirato) e Chiesa, sempre fantasioso anche se impreciso nelle rare occasioni in cui ha concluso a rete. Da Cambiaso ci si poteva attendere qualcosa di meglio.


Juventus-Cagliari 2-1 | La saldezza difensiva


La saldezza difensiva ha fatto sì che pur avendo maggior possesso palla, il Cagliari non sia riuscito a rendersi troppo pericoloso, se non appunto nel finale con la quasi doppietta di Dossena.
Allegri ha cambiato e ricambiato, attingendo dalla panchina per rimpiazzare Miretti e Kean con Iling Jr. e Vlahovic, poi anche Chiesa ha lasciato spazio a Milik e infine una manciata di minuti per il debutto di Nicolussi Caviglia.
Una prova non scintillante della Juventus, ma concreta e compatta, contro un Cagliari che vale più della sua classifica e che sta crescendo in convinzione. In questa fase più che mai contano i risultati, che servono alla Juve per imparare a credere in se stessa, a eliminare i difetti che spesso l’hanno frenata. Certo, quando gioca in velocità, la squadra sa anche essere spettacolare e incisiva, seppur a scapito della precisione. E’ per questo che tante belle idee non trovano adeguata finalizzazione.
Ma se pensiamo a questo picco di rendimento difensivo (solo 7 reti subite, una più dell’Inter che ha una partita in meno) che coincide con l’assenza prolungata di Danilo, c’è di che essere soddisfatti. E’ anche il caso di ricordare però, tanto per tenere alta la soglia dell’attenzione, a cosa accadde il 13 gennaio scorso: Juve che si presenta al San Paolo con la difesa meno battuta e incassa cinque gol in 90 minuti, un mortificante 5-1.

Juventus-Cagliari 2-1 | Allegri e il mercato, applausi

Ho particolarmente apprezzato il discorso di Max Allegri su eventuali acquisti al mercato di gennaio. In sintesi il tecnico si è detto preoccupato di non alterare gli equilibri del gruppo che si è andato formando. Una bella dichiarazione di stima per i suoi giocatori, in controtendenza con le abitudini di chi invoca sempre un nuovo acquisto per risolvere i problemi. Un ragionamento diverso da Allegri, che gli fa onore e testimonia della coesione interna del gruppo, a dispetto di quanto dall’esterno si è spesso provato a incrinare. Non è un fattore secondario

Juventus-Cagliari 2-1 | Il mani di Augello e il regolamento

Fa piacere poterlo dire serenamente, perché non ha influito sul risultato e non lo ha determinato. Chi ha visto in settimana la sconfitta del Manchester United a Copenaghen (4-3 per i danesi in rimonta) ricorderà i due calci di rigore concessi per tocchi di mano, in base al regolamento (sbagliato). In particolare quello fischiato ai danni del povero Maguire che in un rimpallo a distanza ravvicinata si è visto carambolare la palla sul braccio. Il regolamento è tremendo e l’inglese è stato punito col rigore (poi dopo stessa sorte per i danesi, altro rigore farlocco secondo la regola del buon senso).
Tutto questo per dire che: 1) il mani del giocatore del Cagliari, applicando il metro Champions adottato a Copenaghen avrebbe potuto (dovuto) essere sanzionato col rigore, per il braccio è disteso. 2) Per come vorrei che fossero il calcio e la regola dei tocchi di mano, sarebbe stato ingiusto punire il Cagliari con il rigore, in barba a ciò che dice il regolamento. Bene dunque che non sia stato fischiato il rigore.
Dovrebbero gioirne anche gli juventini, che non saranno accusati di aver vinto grazie allo slancio di un rigorino del genere. Continuo a ritenere assurdo inquinare i risultati con rigori concessi per tocchi di mano involontari, fortuiti e con carambole a distanza ravvicinata. Questa regola e quella del fuorigioco avrebbero bisogno di una riscrittura, per il bene del calcio.

Juventus-Cagliari 2-1

Marcatori: 60′ Bremer, 70′ Rugani, 75′ Dossena

JUVENTUS: Szczesny; Gatti, Bremer, Rugani; McKennie, Cambiaso (42′ st Nicolussi Caviglia sv), Locatelli, Miretti (21′ st Iling jr), Kostic; Kean (21′ st Vlahovic), Chiesa (36′ st Milik). A disp.: Pinsoglio, Perin, Daffara, Garofani, Huijsen, Nonge, Yildiz, Mancini. All.: Allegri

CAGLIARI: Scuffet; Zappa, Goldaniga, Dossena, Augello; Makombou, Prati, Jankto (42′ st Pavoletti); Viola (21′ st Oristanio); Petagna (1′ st Lapadula), Luvumbo (26′ st Shomurodov). A disp.: Radunovic, Aresti, Hatzidiakos, Wieteska, Obert, Mancosu, Deiola, Pereiro, Sulemana, Azzi, Desogus. All.: Ranieri

Arbitro: Piccinini

Marcatori: 15′ st Bremer (J), 25′ st Rugani (J), 30′ st Dossena (C)

Ammoniti: McKennie, Kostic (J), Luvumbo (C)

In area, rimpalli e la palla va a cozzare sul braccio teso di Augello. Juventus-Cagliari 2-1.

Leandro De Sanctis

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