CALCIO I terzini sinistri della Juventus, da Cabrini a Zambrotta e oltre

                                                             Sul Corriere dello Sport-Stadio di sabato 15 agosto 2015

 
Chi
trova un terzino sinistro trova un tesoro, lo stava cercando la
Juventus ma è anche l’obiettivo di molte grandi del campionato italiano,
che hanno in comune questa lacuna. E se per i Campioni d’Italia si
tratta di trovare un’alternativa, presente e futura, al trentaquattrenne
Evra, per altri è una necessità impellente. 
Avendo avuto il meglio nel ruolo nel
corso dei decenni, è naturale che la Juventus punti a scovare un altro grande interprete che
possa dare un seguito alla tradizione di grandi terzini sinistri. Basta
ricordare che lì sulla fascia sinistra bianconera hanno giocato campioni
del Mondo come Rava e Cabrini, Grosso e Zambrotta. 
Proprio
Antonio Cabrini è stato il campione che ha lasciato un segno
indelebile, diventando un’impegnativa pietra di paragone per chiunque
nella Juventus si sia trovato a indossare la casacca numero 3, reale o
virtuale che fosse da quando i numeri di maglia sono diventati
fantasiosa terra espressiva per soddisfare le esigenze del marketing.

La
Juve ci ha provato eccome, a scovare altri Cabrini, che l’allora ct
Bearzot portò in extremis ai Mondiali in Argentina, nel 1978, insieme ad
un certo Paolo Rossi. La coppia azzurra che incantò con il gioco
restando giù dal podio in Argentina ma che si rifece quattro anni dopo,
vincendo il Mundial in Spagna. Cabrini era una forza della natura, abile
in difesa, dove si muoveva con eleganza e, se necessario, senza fare
troppi complimenti. Ma la differenza la faceva quando si spingeva in
avanti, al cross, al tiro (ben 33 gol con la Juventus, 9 in Nazionale)
proponendosi per una manovra aperta e redditizia. 

Dopo
di lui il migliore è stato Gianluca Zambrotta: a Bari giocava in
attacco, esterno di centrocampo o ala offensiva. Lippi ne intuì qualità
supplementari e lo trasformò in un grande terzino, offensivo
naturalmente. Uno dei migliori che la Juve e la Nazionale abbiano avuto.

Meno
fortuna in bianconero ha avuto un altro campione del mondo 2006, Fabio
Grosso, trovatosi a vivere uno dei momenti più complicati delle recente
storia bianconera, dopo il ritorno in serie A. Prima di Zambrotta si era
impossessato del ruolo l’ex granata Gianluca Pessotto. Curiosamente,
non fu l’unico giocatore del Torino ad occupare quel ruolo in
bianconero: stessa strada, con diversa fortuna, per il croato Jarni e
Balzaretti. Di recente ha fatto il percorso inverso Molinaro, dalla Juve
al Toro passando per gli anni di Stoccarda. Storie di campioni reali e
campioni mancati, meteore rimaste speranze inespresse (almeno a Torino,
perchè ad esempio l’argentino Sorin dopo aver lasciato la Juve si trovò a
sfidarla con il River Plate per la Coppa Intercontinentale). Giocatore
di valore De Agostini, che fu all’altezza in una Juve non fortissima e
discontinua. Storie curiose come quella di Moreno Torricelli, che faceva
il falegname in fabbrica e giocava a calcio per hobby. Ma quando la sua
Caratese affrontò in amichevole i bianconeri, convinse Trapattoni di
essere uno da Juve. Il Trap non sbagliava: il terzino falegname con la
Juventus vinse tutto.

Leandro De Sanctis

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