CINEMA Sotto una buona stella

Sotto una buona stella, locandida del film di Carlo Verdone

SOTTO UNA BUONA STELLA – Italia 2014. Regia: Carlo Verdone. Interpreti: Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Tea Falco, Lorenzo Richelmy, Eleonora Sergio, Simon Blackhall.

La premessa. Per molti romani, incluso me, Carlo Verdone è una specie di parente acquisito, un amico sconosciuto ma presente (“presentissimo”, direbbe lui), un’entità importante che ha accompagnato la vita, caratterizzandone momenti divertenti e malinconici, regalando una specie di scrigno magico da cui trarre battute, immagini, frasi, spezzoni, da far rivivere senza stanchezza. Una inesauribile ed affettuosa valigia di Mary Poppins in cui è entrato molto di lui, ma anche di noi e dei caratteri a cui ha dato voci e volti.
Questo per dire che è difficile dare giudizi distaccati sui suoi film. Insomma, mi viene da perdonargli quasi tutto, lo vorrei immune da certi difettucci, mi piacerebbe vederlo aggirare le trappole di nodi narrativi che talvolta hanno zavorrato le sue opere, nate serie e magari inceppatesi per trappole evitabili.
Assolta la premessa, devo dire che Sotto una buona stella mi ha divertito molto. Dopo un avvio incerto il film si fa più intimo e decolla, trascinato dalla verve e dalla bravura di Paola Cortellesi, irresistibile nella sua versione “romena” e capace di tenere in piedi un personaggio forse troppo lontano dalla realtà (un tagliatore di teste intelligente, che sa di cosa parla e con un cuore pulsante? Bah, non in questa Terra, non in questi tempi).
Si ride molto, mai sguaiatamente o volgarmente. Ci sono alcune scene davvero irresistibili, come quella del sotto finale, purtroppo anticipata dal trailer. Una comicità collaudata, ma rivitalizzata da questa strana coppia Verdone-Cortellesi. Certe cose vengono regolarmente perdonate a filmettini a stelle e strisce, non vogliamo lasciar correre se portano la firma di Verdone?
Ma soprattutto non ci sono quelle scene inverosimili all’ennesima potenza, che avevano penalizzato qualche suo film recente. Perché è vero che il cinema è finzione, ma c’è un limite a tutto (vedi gli spari in casa di Io, loro e Lara).
Senza esagerare cerca di stare attaccato alla realtà: famiglie scoppiate, figli ostili ritrovati in età adultà con tanti sensi di colpa, mancanza di lavoro, cialtronaggine di chi il lavoro potrebbe darlo, opportunismo, fuga all’estero per farsi o rifarsi una vita diversa, per cogliere opportunità che l’Italia nega.
Insomma, il film mi è piaciuto, anche se Verdone dovrebbe stare più attento nel reiterare facce ed espressioni, una gestualità ormai vista in troppi suoi film. Piace ma non sorprende più. Si sforzi, si rinnovi, ampli la gamma.

Meno invece, ho apprezzato il casting. E’ vero che il film regge sulla coppia Verdone-Cortellesi, ma Carlo ci ha abituato a film in cui ogni personaggio è talentuoso e resta impresso, anche in ruoli piccoli. Non si pretende la perfezione di Compagni di scuola ma…
Qui invece, i “figli” deludono. Se la catanese Tea Falco funzionava in Io e te di Bertolucci, per via di quel ruolo particolare, qui è decisamente inadeguata. Come per molti altri volti portati sullo schermo dal cinema italiano, verrebbe da dire che non è nemmeno una vera attrice. Almeno per l’idea che ho io di come dovrebbe essere un attore. Anche Lorenzo Richelmy fatica a convincere. Insomma, si poteva far di meglio in quei ruoli.
Ah, le cucine che appaiono nel film, sono della Lube, che già aveva collaborato con i set di Verdone nel film Io, loro e Lara.

LA CANZONE
Ho appreso con stupore che la canzone di Sotto una buona stella, scritta da Federico Zampaglione (infatti al cinema, ascoltandola, ho pensato: ma chi canta questo pezzo? Sembra dei Tiromancino), è stata affidata a Michele Bravi, uscito da X Factor, nativo di Città di Castello. Non amo gli show karaoke modello X Factor ed ammetto di aver coltivato un pregiudizio di fondo, con le sue eccezioni dopo aver parlato con Marco Mengoni e poi avendo seguito la sua evoluzione artistica.
La canzone si ascolta durante il film cantata dal figlio di Verdone in un provino, dinanzi a due discografici cialtroni e “personaggi” verdoniani (tra parentesi: uno dei due è Manolo, “maschera” ben nota ai frequentatori di cinema capitolini, dal leggendario e mai troppo rimpianto Metropolitan, a Nuovo Olimpia e Giulio Cesare ed altri ancora) e poi mentre scorrono i titoli di coda. L’avrei preferita cantata da Tiromancino. Non discuto le eventuali doti di Michele Bravi e gli auguro di trovare una sua identità musicale. Mi resta la curiosità di sapere perchè Federico Zampaglione, che è amico di Verdone, gli ha donato la canzone ma senza cantarla. Solo perchè è in uscita il suo nuovo album e Sotto una buona stella non poteva entrarci…?

Leandro De Sanctis

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