Griffith-Benvenuti, 54 anni fa la radiocronaca notturna

Griffith-Benvenuti, 54 anni fa la radiocronaca notturna. La ricorrenza del 17 aprile accende un ricordo lontano ma ancora vivissimo. La magia di un evento sportivo, di un film, di una canzone: stampelle a cui sono appesi i nostri ricordi. Quando si apre l’armadio invisibile del passato, un ricordo tira l’altro, come una perla del Rosario laico che compone la vita di ognuno.
La boxe era uno degli sport più seguiti a quei tempi, e lo sarebbe stata ancora a lungo. La Tv in Italia era soltanto la Rai e per decisione che oggi definiremmo assurda, si decise che gli italiani non dovevano stare svegli di notte (per via del fuso orario con il Madison Square Garden di New York) e si mandò in onda solo la radiocronaca.
Col senno di poi la scelta fu inutilmente penalizzante perché quella radiocronaca del match che permise a Nino Benvenuti di diventare campione del mondo dei pesi medi (versione WBC e WBA) fu seguita da una cifra indicata tra i 16 e i 18 milioni di persone.
Tra le quali ci fummo anche mio padre Giuseppe ed io. Ecco perché un momento storico del nostro sport diventa anche privato per un padre e un bambino che si dividono gli auricolari nel lettone, seguendo insieme, fianco a fianco, quel primo Griffith-Benvenuti. Non mi importava nulla di perdere un paio d’ore di sonno e non volevo assolutamente perdermi la radiocronaca, nonostante fossi arrabbiato con la Rai che non ce lo faceva vedere in tv.
La voce narrante di quella notte divenne in seguito per me un volto familiare, quando Paolo Valenti divenne familiare per tutti gli amanti del calcio, conducendo con garbo, passione e competenza, la popolarissima trasmissione 90° minuto, che inventò insieme con Maurizio Barendson e Remo Pascucci.
Nino Benvenuti vinse ai punti quel match mondiale. Due giudici lo videro vincitore per 10 round a 5, il terzo per 9 a 6. Come da contratto concesse una quasi immediata rivincita pochi mesi dopo, ma arrivò al match di settembre in nave e con una preparazione inadeguata e frettolosa. Teatro lo Shea Stadium, dinanzi a oltre 21.000 spettatori e sotto una leggera pioggia che rese anche scivoloso il ring. Epilogo stavolta favorevole a Griffith che già al secondo round procurò la rottura di una costola (la dodicesima) a Nino.
La bella si svolse il 4 marzo 1968 di nuovo al Madison Square Garden di New York (oltre 18.000 spettatori) e fu un match avvincente e combattutissimo, una epica battaglia sportiva. Un match equilibratissimo per otto riprese, poi alla nona Nino Benvenuti mise al tappeto Emile che impiegò altre tre riprese per riprendersi, gettandosi poi all’assalto coraggioso nel finale. Benvenuti soffre ma resiste, riprendendosi il titolo mondiale. Benvenuti e Griffith, uniti da quelle tre indimenticabili battaglie, sarebbero diventati amici, uniti dal rispetto che spesso lo sport genera, anche tra avversari.
La boxe, Nino Benvenuti, mi riporta spesso agli anni della fanciullezza, allo sport condiviso con mio padre e con grandi amici. L’ultimo dei quali al Motel Park di Orte, il 7 novembre del 1970, quando al PalaEur di Roma Nino fu sconfitto da Carlos Monzon. Allora la Rai trasmetteva spesso eventi che si svolgevano a Roma, con l’esclusione appunto della zona di Roma, per non pregiudicare la partecipazione diretta del pubblico. Così mio padre e il suo amico Amos, portarono noi ragazzini a Orte, per poter vedere il match. Da fan di Tex Willer, il mio amico Aldo ordinò “una bistecca alta tre dita e una montagna di patatine fritte”. Magari poi non ne arrivò una così grande, ma andava bene lo stesso.
Prima della boxe, tutti davanti alla tv ad occupare i posti migliori, trascorrendo l’attesa con Canzonissima, allora condotta da Corrado e Raffaella Carrà. Cantarono Orietta Berti, Rita Pavone e Lara Saint-Paul, in gara canora contro Nino Ferrer, Bobby Solo e Mino Reitano. Ospite d’onore della puntata fu proprio Nino Benvenuti, che si collegò prima di salire sul ring.

Griffith-Benvenuti, l’ultima ripresa (17-4-1967)

Leandro De Sanctis

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