Pietro Peia se n’è andato, volley in lutto

Pietro Peia se n’è andato, il volley italiano è in lutto anche se è stata Modena la sua citta del cuore. Per chi segue la pallavolo oggi è perfino difficile immaginare cosa abbia rappresentato Pietro Peia per il volley modenese e di conseguenza per la pallavolo tutta. Uno dei grandi personaggi che animavano le rivalità dell’epoca e per i quali la pallavolo non era soltanto lavoro ma autentica passione di vita. Anch’io che non ero cresciuto nella pallavolo, ebbi modo di conoscerlo più da vicino quando venne al Corriere dello Sport per avviare un contatto ravvicinato, umano e professionale, in un periodo che si occupava anche di vicende di Lega. Come spesso capita tra chi lavora nello stesso ambiente su fronti diversi, abbiamo avuto anche qualche contrasto fugace, di quelli che il tempo porta via in fretta e che a lungo andare non lasciano traccia. Nonostante il suo ruolo, ho avuto modo di apprezzarne la quieta presenza, i toni garbati, i sorrisi e le strette di mano che hanno caratterizzato ogni peraltro rara occasione di incontro tra noi.
In punta di piedi porgo affettuose condoglianze alla moglie Anna, alle figlie Elisa, Eugenia ed Eleonora.

Il ricordo di Roberto Ghiretti

Pietro Peia per me era un gigante. Io più giovane, lui un po’ più anziano era già manager, direttore generale alla Panini azienda, voluto da Peppino Panini, un altro gigante. Scontri, incontri, tattiche, uno contro l’altro ma anche un affetto mai venuto meno, sincero che ci vedeva pronti a tirarci sgambetti l’uno all’altro. Lui con i suoi modi, da Cardinale come lo chiamavamo, io con i miei modi molto più rustici. Ma consci di una stima che era profondissima. Mia nei suoi confronti, la sua sono convinto altrettanto nei miei. Così diversi, così uguali. Mi piace citare questi due periodo suoi- Il periodo della Panini, quando era l’uomo di fiducia di Peppino, su tutta la linea. E il periodo poi in cui si è messo sulle spalle letteralmente e ne ha pagato anche conseguenze pesanti, la pallavolo modenese. Poco capito, poco seguito. Ma coerente fino in fondo. Architettava, studiava, costruiva. Faceva le squadre per tutti ad un certo punto. Un grande con una intelligenza enorme e con un cuore che quando voleva sapeva essere davvero generoso. Ci manca.
Sulla sua pagina Facebook Roberto Ghiretti aveva scritto anche: Oggi ci hanno lasciato due amici sinceri (è scomparso anche Mario Maltinti, 76 anni, ex presidente della Folgore Pallavolo a San Miniato, ndr), protagonisti di tanti incontri (e scontri ) e di emozioni infinite. Ricordi che invadono la mente e il cuore pensando ad una preghiera tanto dolce quanto potente. Ora solo luce per loro e luce da loro per noi che restiamo qui.
Il mondo va avanti ma ci sentiamo più soli pur sapendo che un giorno ci ritroveremo tutti. Chi resta abbia cara la loro memoria. Lo meritano senza se e senza ma..
Ciao Pietro , ciao Mario e come scriveva De André…” dico che è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati…”. Un abbraccio senza fine e senza tempo .

Il saluto di Catia Pedrini, presidente del Modena Volley

Il Presidente Catia Pedrini e Modena Volley tutta si stringono attorno alla famiglia di Pietro, alla moglie Anna, alle figlie Elisa, Eugenia ed Eleonora, in questo momento di profondo dolore e porgono le più sentite condoglianze con le parole del Presidente, Catia Pedrini: “Pietro Peia è stato un grande amico del nostro volley modenese. Di più: nel salutarlo, sento il dovere di ringraziarlo per la sua generosa discrezione. Lui, che era stato un dirigente della grande Panini, aveva coraggiosamente garantito in prima persona la sopravvivenza del club in tempi particolarmente difficili. Ricordo con affetto e commozione la sensibilità con la quale mai mi ha fatto mancare il contributo della sua competenza e della sua passione. Credo che senza la sua dedizione la storia di Modena Volley, la nostra storia, sarebbe stata meno felice e molto meno ricca di successi. Sono vicina alla famiglia in questo momento di dolore e stringo la figlia Elisa, nostra preziosa collaboratrice, in un abbraccio infinito”.

Leandro De Sanctis

Torna in alto