Chelsea-Juventus 4-0 | Notte penosa, capolinea Europa

Chelsea-Juventus 4-0 | Notte penosa, capolinea Europa. Una piccola e imbarazzante Juventus rimedia una figuraccia memorabile in casa dei Campioni d’Europa del Chelsea: 4-0. Sconfitta pesantissima, con flebili attenuanti, per via di quel primo gol, minuto 25, viziato prima da una spinta evidente di Jorginho a Bonucci, poi da un tocco di pugno fortuito di Rudiger. Dopo aver preso quattro gol non ci si può attaccare a questo ennesimo errore arbitrale, ma è indubbio che quel gol ha messo in discesa la serata dei Campioni d’Europa e posto con le spalle al muro la Juventus, che già aveva enormi problemi di suo.
Ma se nel primo tempo c’era stato quel quasi gol di Morata, con salvataggio di Thiago Silva a decine di centimetri dalla linea della rete, nella ripresa è stata notte fonda.
Un naufragio generale dal quale va salvato soltanto il portiere Szczesny, che ha evitato un passivo peggiore e che non ha responsabilità sui gol subiti. Sull’ultimo, addirittura al 95′, c’era stato pure un fallo iniziale a viziare l’azione dei Blues, Ma non è certo il caso di attaccarsi a questi particolari.
La Juventus ha giocato una delle sue peggiori partite in Europa, come troppo spesso peraltro le è capitato. L’ultimo 4-0 esterno risaliva alla Coppa Uefa del 2000, in casa del Celta Vigo. Con Allegri in panchina aveva preso 4 gol anche a Monaco con il Bayern, ma segnandone due e arrendendosi solo nel supplementare, con tanti rimpianti per le malefatte dell’arbitro di turno, tanto per cambiare in Champions League. In campionato si ricorda il 4-0 all’Olimpico contro la Roma di Totti, anno 2004. Quattro reti subite anche nella sua ultima finale di Champions League, nel 2017 contro il Real Madrid.

Né singoli, né squadra

Non c’è stato un bianconero, a parte Szczesny e Bonucci, che sia stato all’altezza dei Blues. Persi tutti gli ideali duelli individuali. Troppi giocatori apparsi davvero mediocri, incapaci di giocare con precisione e velocità, per non parlare della determinazione e l’attenzione con cui stare in campo.
E ormai va accettato che il livello di mediocrità di alcuni, è irrimediabilmente assodato. Come può non irritarsi il tifoso juventino se vede ripetersi certi errori costati tantissimo in passato. I passaggi indietro, le palle perse mollemente mentre si cerca un presuntuoso e rischiosissimo dribbling nei pressi dell’area difensiva,
Bentancur regalò il fulmineo gol al Porto nella scorsa Champions, Arthur fece felice il Benevento con un passaggio avventato diventato assist e non è nuovo a regalare palloni in uscita; non si contano ormai i palloni persi da Rabiot che si trasformano in occasioni da rete per gli avversari.
Bentancur, Rabiot e Arthur continuano a commettere gli stessi errori. Non si correggono loro, non riesce a correggerli Allegri. Inaccettabile veder giocare con quella presuntuosa disattenzione.
Alex Sandro è l’ombra del giocatore dei primi due anni bianconeri: sbanda spesso e volentieri, fatica a capire dove deve piazzarsi, sui cross e il Chelsea ci è andato a nozze, punendo i limiti juventini come e più di quanto aveva fatto sabato scorso a Leicester.
E vogliamo parlare dell’aspetto psicologico? Può crollare e sbandare in quel modo una squadra che pretende di di far strada in Champions?
Chiesa non si è visto, Cuadrado ha faticato dall’inizio senza mai riuscire a spingere, Morata ha lottato e un gol lo aveva quasi segnato, ma è sempre stato troppo solo. De Ligt è naufragato alla distanza, McKennie ha fatto l’unico tiro che ha obbligato Mendy a una super parata. Locatelli ha provato a giocare, ma un centrocampo non si può reggere su un sol uomo. E non c’è più Cristiano Ronaldo ad estrarre pepite dalla spazzatura (guardate il gol dell’1-0 al Villareal).
Altro che SuperLega. Ci pensi il presidente Agnelli: è sicuro che il tifoso bianconero sogna di rimediare figure come queste contro i grandi club d’Europa, quando ora fatica anche nel cortile della Serie A?
Ma sentendo parlare i giocatori, già proiettati sulla fondamentale sfida di sabato con l’Atalanta, si ha la misura della modestia delle attuali ambizioni, ridotte a non far peggio della tanto vituperata Juventus di Pirlo, che artigliò in extremis quel quarto posto che ora è l’unico traguardo che si possa immaginare.
Per chi pensa che parlare di capolinea Europa sia fuori luogo, direi che lo spero anche io, ma ci vorrebbe un exploit dello Zenit nell’ultimo turno. Diciamo che il virtualmente certo secondo posto nel girone quasi certamente obbligherà la Juve ad affrontare nei quarti di finale una delle favorite alla vittoria finale: Liverpool, Bayern, Manchester City o PSG, Real Madrid. E aggiungerei l’Ajax, non dimenticando il sia pur malconcio Manchester United di Ronaldo. Insomma, l’unica rivale in teoria abbordabile, potrebbe essere la vincente del girone G: Lille, Salisburgo (o Siviglia).
Non serve aggiungere altro dopo una serata che ha evidenziato l’enorme divario che separa questa Juventus dai grandi club d’Europa. E Allegri dice una bugia quando afferma che arrivare primi o secondi è la stessa cosa. E’ troppo intelligente per pensarlo davvero.


Chelsea-Juventus 4-0

RETI: Chalobah 25′ pt, James 10′ st, Hudson-Odoi 13′ st, Werner 50′ st 

CHELSEA

Mendy; Chalobah, Thiago Silva, Rudiger; James, Kantè (37′ pt Loftus Cheeck), Jorginho (31′ st Saul), Chilwell (26′ st Azpilicueta); Ziyech, Hudson-Odoi (31′ st Mount); Pulisic (27′ st Werner)

A disposizione: Kepa, Alonso, Christensen, Lukaku, Bettinelli, Barkley, Saar

Allenatore: Tuchel

JUVENTUS

Szczesny; Cuadrado (35′ st De Winter), Bonucci, de Ligt, Alex Sandro; McKennie, Bentancur (14′ st Dybala), Locatelli (22′ st Arthur), Rabiot; Chiesa (35′ st Kulusevski), Morata (22′ st Kean)

A disposizione: Perin, Pinsoglio, Rugani

Allenatore: Allegri

ARBITRO: Jovanovic (SRB)

ASSISTENTI: Stojkovic (SRB), Mihajlovic (SRB)

QUARTO UOMO: Simovic (SRB)

VAR: Hernandez (ESP), Munuera (ESP)

AMMONITI: 23′ pt Cuadrado

Leandro De Sanctis

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