Mengozzi tra agricoltura e pallavolo a Vibo

Stefano Mengozzi, 35 anni il prossimo 6 maggio, centrale romagnolo della Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia è in quarantena come tutto lo sport. Pensa alla ripartenza. Pensa a quando tornerà in palestra a lavorare, a pieno regime, per prepararsi al rientro in campo. Ogni pomeriggio c’è l’appuntamento fisso con il preparatore atletico e il resto del gruppo per la seduta di allenamento quotidiano in video call. Nel resto del tempo si divide tra impegni casalinghi e interessi personali, con la preferenza per la cucina.
Mi definisco una persona molto meticolosa, che ama organizzare la propria giornata e soprattutto non mi piace stare senza far nulla. I miei genitori sono sempre stati dei grandi lavoratori e mi hanno insegnato fin da piccolo che solo con l’impegno e l’abnegazione si può ottenere qualcosa nella vita. Questi principi mi hanno sempre guidato, anche nella carriera pallavolistica in cui ho avuto anche la fortuna di incontrare dei grandi allenatori che mi hanno stimolato a superare i miei limiti. Non mi lamento mai e non mi tiro mai indietro quando c’è qualcosa da fare”.

Cresciuto con nonna Lucia

Ad impartirgli le lezioni di vita più importanti è stata però nonna Lucia, la persona “affettuosa e protettiva” con cui ha trascorso tutta la sua infanzia: “Ero affidato a lei perché i miei genitori non avevano molto tempo per occuparsi di me. È da lei che ho ereditato l’amore per la buona cucina che richiede anche molta pazienza e cura. Sono cresciuto nel suo casolare di campagna e di quel periodo ho tanti bei ricordi”.
Il “gigante buono” della Tonno Callipo, come lo definiscono i suoi compagni di squadra, amante delle cose semplici e genuine, ha raccontato di essere abituato a rimboccarsi le maniche sia dentro che fuori dal rettangolo di gioco: “Ogni anno, subito dopo la conclusione della stagione agonistica, faccio rientro a casa e mi do da fare nell’azienda agricola di mio padre, così come facevo nel periodo estivo anche quando ero ancora studente.  Mi dedico alla cura dei frutteti, alla pratica di diradatura manuale delle pesche, alla raccolta dei frutti, poi all’uva e alla vendemmia”.

Chiamato Stefano, in onore del portiere juventino Tacconi

Romagnolo doc, è amante della natura e degli animali si chiama Stefano perché la mamma aveva una grande ammirazione per Stefano Tacconi, uno dei portieri più amati della Juventus, e per certe cose ha ancora lo spirito di un bambino.
Amo leggere i fumetti fin dalle scuole elementari. Il mio preferito in assoluto è Topolino, ma colleziono anche Tex Willer e One Piece. A casa ho anche una serie speciale dei Cavalieri dello Zodiaco. Mi regalano una buona dose di leggerezza e di spensieratezza per evadere dai problemi della routine quotidiana”. 
Gli altri capisaldi della sua vita sono l’amore e l’amicizia
“Sono innamorato della mia fidanzata Margherita, una ragazza speciale e solare, che riesce sempre a farmi sorridere e a stare bene. E poi ci sono anche gli amici. I rapporti più consolidati sono quelli con i compagni d’infanzia, ma essendo una persona socievole riesco ad instaurare facilmente buoni rapporti anche nell’ambiente in cui lavoro. Mi capita spesso anche di sentire ex compagni di squadra e di condividere ancora bei momenti con loro”.

Si definisce un uomo di poche parole: “Sono molto riflessivo e coerente, se dico o penso una cosa non cambio idea facilmente”.
Nessuno dei miei familiari ha mai praticato la pallavolo. Sicuramente ad influenzarmi nella scelta c’è stato un fattore ambientale perché negli anni Novanta a Ravenna la pallavolo andava molto forte, era lo sport della città. Se fossi nato a Bologna probabilmente avrei giocato a basket. Devo anche dire che il mondo del volley di oggi non è più quello di allora: ai miei tempi si faticava di più per la scalata professionale, ora i giovani talentuosi hanno la strada spianata. Anche il modo di approcciarsi all’ambiente è del tutto diverso.  Io da giovane ero molto rispettoso, avevo quasi timore reverenziale nei confronti degli atleti affermati. Oggi i ragazzini sono molto spavaldi e sfrontati anche con i più grandi”. 

Seconda stagione alla Tonno Callipo Vibo Valentia

 Mi sono trovato benissimo. La società non ci fa mancare nulla e possiamo lavorare con grande serenità. È una delle realtà più solide e un vanto per tutto il Sud.. Il mio futuro? Penso al progetto per far crescere l’azienda insieme a mio papà e al mio amico Enrico. Ci penso e mi emoziono. Quindi sono sicuro che sarà la scelta giusta”.

Intervista curata da Rosita Mercatante

Stefano Mengozzi nell'azienda agricola a Santerno di Ravenna
Stefano Mengozzi nell’azienda agricola a Santerno di Ravenna

Rosita Mercatante

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