VOLLEY Imoco Conegliano, le Champions e la beffa dei calendari tritatutto

Interrompo il silenzio pallavolistico che mi sono imposto, spinto da una considerazione ovvia ma necessaria. In quasi tre decenni di volley è accaduto di subire calendari strani, compressi, discutibili. Ma ciò che è successo quest’anno non ha davvero precedenti e temo possa essere solo il primo di una sciagurata serie, dato che il pasticcio infinito è stato costruito e imposto nell’anno post olimpico, nell’unica stagione libera da vincoli realmente validi e dall’appuntamento dell’Olimpiade e della miriade di inutili tornei di qualificazione, che servono solo a far guadagnare soldi alle istituzioni sportive, svilendo perfino il valore tecnico di questo sport.
L’Imoco Conegliano, A1 femminile, campione d’Italia uscente, è stata eliminata ieri sera da uno straordinario Modena rilanciato da Marco Gaspari, in due sole partite. Domenica Conegliano ha giocato la finale della Champions League, evento piazzato nel bel mezzo della stagione italiana di club e quindi subìto dal movimento, come peraltro accaduto nel maschile. Ora senza mettere in discussione il valore agonistico di Modena, è naturale che l’Imoco del neo ct Mazzanti abbia pagato a carissimo prezzo il fatto di aver dovuto preparare e sostenere l’impegno della final four nel bel mezzo dei play off. Non occorre essere tecnici per capire che in palestra si lavora in modo diverso secondo gli impegni da affrontare.
Senza contare l’aspetto psicologico e nervoso. Non bastasse questa antipatica invasione della Champions League, sia maschile che femminile, nel calendario delle semifinali e delle finali, la Fivb ha giocato con superficialità sulle date e sui criteri di partecipazione al Mondiale di Club. Se un torneo dà la metà dei posti tramite wild card a pagamento, va considerato poco più di un’esibizione allestita per fare soldi (la Fivb) togliendoli dalle tasche dei club. 
Insomma, una pallavolo per ricchi di discutibile appeal sportivo. Morale della favola, Conegliano alla fine ha deciso di non andare in Giappone per un torneo che non le avrebbe dato un grammo di visibilità (con fuso orario penalizzante) risparmiando soldi e fatiche. Giustamente aggiungo. Un segnale che andrebbe preso ad esempio.
La Lega Femminile ha tirato un sospiro di sollievo perche l’Imoco in Giappone avrebbe obbligato a  ridurre schifosamente il calendario della finale (ormai per le semifinali la frittata era fatta e spiaccicata).
Insomma, per potersi giocare meglio la finale, Conegliano ha detto no al Mondiale di club. Ora però è rimasta fuori da tutto, anche da quella finale a cui puntava per riconfermarsi tricolore con una squadra costruita per rivincerlo.
Vogliamo parlare anche della finale scudetto maschile? Il calcio che è il calcio, pone la finale della Champions alla fine della stagione, l’atto più importante che la conclude. Nel volley invece, le date del torneo europeo hanno determinato chela finale scudetto fosse spezzettata in mezzo alla final four di Champions League che si svolge oggi e domani a Roma. Con squadre che la affrontano dopo lunga pausa e altre che vanno in campo pochi giorni dopo (e pochi giorni prima la prossima settimana) di una finale scudetto.
Perchè si accetta questa follia dei calendari imposta dalla Cev? Se questo è il futuro, va drasticamente cambiato l’approccio al campionato, al numero delle squadre partecipanti, alla pletora di inutili turni notturni infrasettimanali, alle partite giocate tutti i giorni, tutte le serie, in tutti gli orari. Una volta si parlava di dilettantismo, di incapacità, del far soldi a tutti i costi infischiandosene della pallavolo e dei pallavolisti. Beh, il discorso è sempre valido, oggi più che mai,
E’ cambiata solo la brama di guadagno che anima le federazioni continentali e internazionali, che hanno creato una bolla economica destinata ad esplodere anche chiudendo gli occhi su quanto accade in certi Paesi a cui dovrebbe essere negata la possibilità di ospitare eventi internazionali. La pallavolo continua a sopravvalutarsi, a non misurare la sua reale statura con standard organizzativi e di comunicazione all’altezza dello spettacolo offerto da giocatori e tecnici. Uno sport di professonisti ostaggio di una banda di dilettanti, a cui mancano capacità e professionalità.

La foto di questo post è del sito dell’Imoco Conegliano

Leandro De Sanctis

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