OLIMPIADI Roma 2024, perché NO (1): L'(in)affidabilità


Il tempo corre in fretta per tutti. A volte per i politici vola via ancor più velocemente acuendo il senso del ridicolo che talvolta non si vuole vedere.
L’Olimpiade invernale di Sochi non si è ancora conclusa, ma quante cose sono cambiate dal giorno dell’inaugurazione. L’allora Premier italiano Enrico Letta volò a Sochi per sponsorizzare la futura candidatura italiana per l’Olimpiade estiva del 2024 a Roma. Dopo aver parlato disse che all’Italia, nell’ottica della candidatura, erano state richieste affidabilità e capacità organizzative. Ecco, affidabilità. L’Italia è talmente affidabile che nel giro di neanche due settimane il premier che ha appoggiato Roma 2024 non è più premier. E’ stato insomma eliminato in batteria, non ha superato nemmeno un turno. E pensare che il presidente del Coni, Malagò, si era già sbilanciato, mettendo perfino in discussione uno dei dogmi olimpici: i Giochi si fanno in una sola città. Tra i tanti errori che commette il Cio, non c’è questa volontà di mantenere invece la sede unica, in barba ad un campanilismo che è vizio soltanto italiano. O meglio della politica italiana. Non si sa se ora, alla luce dell’ennesimo ribaltone politico, Roma 2014 si proporrà prevedendo le gare di canottaggio… sull’Arno fiorentino.

Leandro De Sanctis

Torna in alto