ATLETICA La maratona di Monza all’alba, due ore di spot

http://www.ilpost.it/2017/05/05/maratona-due-ore-monza-nike/

http://www.focus.it/scienza/scienze/maratona-attacco-al-muro-delle-2-ore-breaking2

A volte ci si trova in difficoltà nel comporre titoli e per ragioni bizzarre. Come definire il tentativo andato in scena stamane all’alba nell’autodromo di Monza? Tentativo di fare un record che non sarebbe stato record. Però la parolina magica funziona sempre, se si vuole essere superficiali. Si poteva solo dire che si cercava di correre una maratona sotto le due ore, impresa poi sfiorata per una manciata di secondi, un terzo di minuto. 
Se non ci fosse stato il marchio invadente per eccellenza dello sport mondiale (quello che nei meeting induce gli atleti a correre con le magliette dello stesso colore… sai che piacere per chi guarda le gare, dal vivo o in tv: tutti in canotta viola, nemmeno fossero componenti del fan club della Fiorentina).
La corsa inventata e creata a Monza può essere interpretata in tanti modi. E le modalità che l’hanno accompagnata, perfino dalla concessione degli accrediti per assistere (almeno stando a quanto si è letto sui social), inducono a pensare che lo sport non fosse il fulcro della cosa. L’importante è farsi pubblicità, sfruttando ingenuità, complicità e rapporti pubblicitari disinvolti che al lettore naturalmente sfuggono.
Se si sa già in partenza che la prestazione non potrà essere omologata dalla Iaaf come record (in una prova che di per sè presenta caratteristiche che variano da maratona a maratona, percorsi diversi, difficoltà differenti) perchè la si è presentata e spacciata per un tentativo di record?
Più onesto, ed è stata questa la soluzione titolistica, dire che si cercava di correre la distanza in meno di due ore.
Non si tratta di essere antichi o refrattari alle novità, ma questa cosa creata non sembra parente stretta dell’atletica reale. E’ stato un esperimento scientifico e di materiali? Ok, ma quando si leggono in maniera approfondita (e nel link allegato c’è una interessante spiegazione di Focus) tutti i dettagli, ci si chiede se l’atletica vuole seguire le contestate orme del nuoto, quando si cominciò a nuotare con i supercostumi. Si sconfina nel doping tecnologico? 
La pedana rialzata su cui il pesista azzurro Andrei ottenne primati del mondo era un esperimento scientifico, per capirci. o solo una furbata tollerata perché così faceva comodo?

Tornando al cuore di questo pseudoevento, quando si fanno le ricerche scientifiche, perchè anche così è stata presentata la cosa, si fanno e se ne diffondono i risultati dopo, a esperimento avvenuto. La gran cassa battuta dall’azienda creatrice, molto più di un semplice sponsor, ha detto altro.
Lepri che vanno e vengono, materiali speciali, scarpe particolari, rifornimenti diversi da quelli delle gare, percorso ad hoc, orario in cui mai si farebbe una gara (ma forse in futuro la Iaaf arriverà anche a quello, chissà…). Sarà davvero utile in proiezione maratone normali, un test che di normale non ha avuto nulla?
Poi si può leggere il tutto come l’ennesima dimostrazione di potere delle aziende padrone occulte (per chi non vuol vedere), che pian piano con la complicità dei organi mondiali sportivi, stanno trasformando sempre più lo sport in un circo di cui non si sente la necessità (basta ricordare lo scandaloso programma olimpico futuro). 
No, anche prendendone le distanze, non credo che la maratona di Monza faccia bene all’atletica.

Leandro De Sanctis

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