Bangla

La locandina del film Bangla

Bangla, una commedia fresca e divertente su un tema presente in molto cinema ad ogni latitudine. Lo straniamento e le problematiche legate all’integrazione delle famiglie, soprattutto musulmane, emigrate in un’Europa lontana dalle tradizioni e dalla cultura dei Paesi asiatici in particolare. O meglio, il focus riguarda i figli nati nel Paese che ha accolto i genitori, sospesi a metà del guado, schiacciati dalle famiglie che li vorrebbero tenere in una bolla, ancorati e rispettosi di tradizioni pesanti come catene e insopportabili per ragazzi e ragazze che quotidianamente vivono ormai la realtà del luogo dove vivono.

Cento per cento “Torpigna”

Stavolta è Roma il teatro della vicenda raccontata da Phaym Buiyan, che scrive, dirige e interpreta una storia molto autobiografica, per metà bengalese (Bangla appunto) per metà italiano e “cento per cento Torpignattara”, quartiere romano multietnico. Il film è molto divertente, con Phaym che veste i panni di bravo ragazzo, buono e operoso, in cerca d’amore. Gli manca solo una ragazza. Il fatto che sia musulmano potrebbe anche essere secondario, ma in realtà lui e i suoi amici bengalesi sono prigionieri della religione e delle famiglie. Anche innamorarsi diventa un problema. Ma l’amore è il più forte dei sentimenti, scorciatoia motivante per una più che logica ribellione quando scocca la scintilla e nella sua vita irrompe Asia (Carlotta Antonelli).

Comicità e religione

Phaym è una presenza fondamentale, che regala al suo personaggio candore, ironia, profondità, esprimendo in maniera comica e buffa i tormenti di un giovane che vuole semplicemente vivere come gli altri ragazzi (romani, italiani) ma che non sa trovare la forza di dare un taglio con i vincoli che lo privano della sua libertà individuale.
Scene e battute che strappano risate (un “tornatene al paese tuo” che il bangla grida alla ragazza romana dopo una lite; la scena del concerto in cui lei l’abbraccia e si appoggia e lui continua a spostarsi per non starle troppo vicino). Insomma gli schemi rovesciati: l’uomo che fugge dalla donna e dal sesso, l’invettiva razzista generalmente indirizzata agli extracomunitari africani e asiatici (guarda caso la ragazza si chiama Asia).
Se il film ha un limite, è forse il non aver dato un segnale forte di ribellione, non aver mostrato la forza di un rifiuto contro quella che più che cultura e tradizione, è semplicemente una forma di oppressione. Ma forse Phaym ha voluto evitare uno scontato lieto fine che lo avrebbe accomunato a quasi tutti i film girati sull’argomento (incluso il recente Blinded by the light).

Convincente anche la protagonista femminile, Carlotta Antonelli, così come risulta godibile il cameo di Pietro Sermonti.

La scheda


BANGLA – Italia, 2019. Regia: Phaim Bhuiyan Interpreti: Phaim Bhuiyan, Carlotta Antonelli, Alessia Giuliani, Milena Mancini, Simone Liberati, Pietro Sermonti.

Il trailer

Leandro De Sanctis

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