La partita | Recensione film

La partita, opera prima di Francesco Carnesecchi, che ha scritto il soggetto, lo ha sceneggiato e poi diretto. Inizialmente pensando a un cortometraggio, poi allungando la storia in forma di film decidendo infine anche di aggiungersi alla produzione. Dopo una lunga sosta in panchina, visto l’argomento calcistico è il caso di dirlo, La partita è ora visibile in streaming su Netflix.
Il film indipendente di Carnesecchi si inserisce nel filone della nuova cinematografia che sceglie il mondo del calcio, osservandolo da diversi punti di vista, nella consapevolezza che pur trattandosi di sport, in realtà il pallone e tutto ciò che gli gira attorno è un enorme contenitore di vicende, temi, emozioni, che consentono di spaziare ben oltre.
Non a caso diverse opere degli ultimi anni sono risultate convincenti e di una certa qualità. Sdoganando il tema calcio dall’abbinamento scontato con l’etichetta di flop commerciale. Qualità che prescinde dalle fortune commerciali, perché lo spettatore italiano in genere è pigro e prevenuto, senza considerare che le ultime generazioni non sono coinvolte nel calcio come i loro coetanei di un tempo.

Quarticciolo, scommesse, malavita

La partita è un film sentito e pur attingendo a qualche cliché calcistico tra campo e spogliatoio, restituisce con pathos le atmosfere del calcio di periferia, del pallone conteso sui campi di terra pieni di polvere, dove quando si cadeva e si scivolava in tackle le sbucciature di ginocchia, cosce, mani, gomiti e polpacci, non si contavano. E chi giocava su quei campi, cioè quasi tutti nelle categorie inferiori, non poteva che sognare di andare in trasferta ad affrontare le giovanili dei grandi club che giocavano sui campi d’erba. Il sintetico per tutti o quasi, era ancora un’idea lontana, come si vede anche nel film. La partita, non so se con scelta maliziosa, viene accostata ad una radiocronaca del 5 maggio, Lazio-Inter, quando i nerazzurri persero partita e scudetto, per la gioia della Juventus che conquistò il titolo in rimonta.

Pannofino allenatore

Attingendo al suo passato di calciatore amatoriale, Francesco Pannofino dona calore e sentimento alla figura dell’allenatore di periferia, sospeso tra frustrazioni, ambizioni e famiglia da mantenere. Al suo personaggio è affidata la battuta più divertente del film (la rivolge al portiere che ha subito un gol facendosi passare la palla in mezzo alle gambe).
Un film di Roma e su Roma ormai sembra non poter prescindere dalla presenza di Giorgio Colangeli, che qui appare inizialmente come venditore di cibo take away ma che ha un ruolo chiave alla fine della storia.
Ecco, proprio il legame tra famiglia e scommesse, ricorda come il marcio si insinua dove c’è miseria, economica e intellettuale. E i genitori non sono certo un esempio, ma anzi i cattivi maestri che rovinano il futuro dei loro stessi figlioli. Un po’ come accadeva, in contesti diversi, nel film La terra dell’abbastanza, al papà interpretato da Max Tortora.

La partita, il film di Francesco Carnesecchi
La partita, il film di Francesco Carnesecchi

La partita, la scheda

LA PARTITA – 2018, Italia. Durata 94 minuti
Regia: Francesco Carnesecchi.
Interpreti: Francesco Pannofino, Alberto Di Stasio, Giorgio Colangeli, Gabriele Fiore, Daniele Mariani, Lidia Vitale, Fabrizio Sabatucci.
Visibile su Netflix.

La partita, il trailer

Leandro De Sanctis

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