Cristiano Ronaldo lascia la Juve, fine di un’illusione

Cristiano Ronaldo lascia la Juve, fine di un’illusione o di un sogno, fate voi. Non nego che aldilà di tutto, sia un dispiacere perdere un campione che anche nelle giornate peggiori (e in bianconero ne ha vissute) è spesso riuscito a piazzare le sue zampate decisive. A fare la differenza.
Lo avrebbe fatto anche nella sua ultima apparizione, domenica scorsa a Udine, se la VAR (o il VAR, fate voi) non avesse cancellato la sua prodezza aerea per una questione di millimetri.
A livello economico per i bilanci della Juventus è un fattore positivo sgravare i costi legati a CR7. Comunque la si voglia pensare, a livello tecnico invece è una perdita non indifferente. Nonostante le sue partite opache, nonostante lo scarso feeling con Allegri, nonostante sia sempre stato problematico considerarlo come giocatore sostituibile a gara in corso.
Non ha portato la Champions League, come la società e troppi tifosi si aspettavano. Ma non è stata colpa sua, anche se in qualche occasione ci ha messo anche del suo. Non si diventa campioni d’Europa con un solo fuoriclasse. Serve sempre una squadra, come ha dimostrato anche il Chelsea pochi mesi fa.

Cristiano Ronaldo, 101 gol in bianconero

Si conclude dunque in malo modo il matrimonio tra Cristiano Ronaldo e la Juventus. Non senza imbarazzi per come l’addio si è snodato, per le sue modalità e la tempistica. Resta tuttavia l’orgoglio di averlo avuto in bianconero, di aver visto realizzarsi l’impossibile. Restano i 101 gol in 136 partite, i 17 assist, la media gol di 0,82 reti a partita in Serie A (81 marcature). Restano le immagini di gol meravigliosi.
Ma tutto passa e la malasorte ha voluto che la Juventus lo abbia avuto a libro paga negli anni più drammatici del calcio, i due campionati della pandemia quando gli stadi sono rimasti senza spettatori. Perché nella vita essere bravi è importante, ma la fortuna è un fattore decisivo e imprescindibile. E la Juventus con Ronaldo non ha avuto la fortuna che ci sarebbe voluta.
Sgravato il bilancio, calcolate le perdite tecniche, nel primo anno del secondo Allegri, la Juventus senza CR7 può anticipare a tutto ritmo il rinnovamento. Senza vincoli, senza legami, senza condizionamenti. Ma guai a non considerare che è stato proprio Ronaldo a risolvere tante volte le carenze della squadra, a far brillare pepite inesistenti. Come in fondo era successo anche domenica scorsa a Udine.
Se acquistare Ronaldo era stato giocare d’anticipo e a sorpresa, perderlo ha esposto la Juventus a brutte figure a livello di immagine e di tempistica.
Perché Ronaldo ha voluto scappare dalla Juventus? L’ha giudicata inadeguata alla sua grandezza (presunta)? Perché la Juventus gli ha consentito di tirarla per le lunghe ufficializzando l’addio a pochi giorni dalla fine del mercato? Alla faccia della programmazione!
Ora sta ad Allegri inventare un calcio corale che prescinda dal deus ex machina e non sono tra coloro che sperano nell’arrivo di Icardi. Tanto per fare un esempio, tra Icardi e Raspadori, preferirei il baby del Sassuolo o un altro giovane di talento. E se davvero torna Kean, si spera che con Allegri possa riprendere il suo processo di crescita. Basta con le presunte star che portano in dote le ricche e vergognose commissioni di milioni di euro da pagare ai loro procuratori. Il calcio è malato e non da oggi. Il calcio è marcio e nemmeno la crisi creata dalla pandemia lo ha fatto rinsavire. Altro che SuperLega.
Ma davvero il modello di calcio che si vuole offrire al pubblico è quello praticato da club fuori dal mondo reale? Club disposti a pagare cifre sempre più folli per i vari Mbappè (al Real Madrid), Messi, Neymar (al Paris Saint Germain), non escludendo Cristiano Ronaldo (al Manchester United e non più al Manchester City). Cifre folli per acquistarli, cifre folli di ingaggio.

Leandro De Sanctis

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