La Lazio 1974 “Grande e maledetta” rivive nella miniserie

La Lazio 1974 “Grande e maledetta” rivive nella miniserie.
Non occorre essere tifosi della Lazio per commuoversi ed emozionarsi vedendo questa miniserie, su Sky e Now. Celebrando uno dei “miracoli” di un calcio che non c’è più, rivive una squadra più unica che rara e un’epoca che non può che essere evocata con nostalgia da chi l’ha vissuta, indipendentemente dai colori per cui si fa il tifo. Se non si è beceri e insensibili al fascino di uno sport che in Italia è sempre stato una religione, un rito pagano che allora si celebrava la domenica in campionato e il mercoledì nelle coppe europee.
In tre puntate ricche di immagini di repertorio e di testimonianze rivive la magìa di una squadra anche divisa in clan che se le davano di santa ragione nelle combattutissime partitelle di allenamento ma che la domenica in campo diventava la Lazio di Maestrelli, una famiglia che ha resistito a tutto. Al passare del tempo, alle tragedie e ai lutti che l’hanno perseguitata dopo quello storico primo scudetto conquistato dalle maglie biancocelesti, sbucate solo due anni prima dalla Serie B. Da neo promossa sfiorò lo scudetto in quel pazzesco finale di Serie A risolto a tre minuti dalla fine dal gol di Cuccureddu (proprio all’Olimpico per il 2-1 sulla Roma) che dette il titolo alla Juventus. Ma l’anno dopo la cavalcata verso il tricolore non si arrestò dinanzi a nulla.
Devo precisare che non sono un tifoso della Lazio, ma da juventino amante del calcio e vivente a Roma, ho sempre frequentato lo Stadio Olimpico, con mio padre Giuseppe romanista, con mio nonno Tommaso laziale come il mio tutore d’affetti calcistici e giornalistici Peppino. Andavo ancora alle Scuole Medie e con una cifra ragionevole si poteva acquistare la tessera di Aquilotti per seguire le 19 partite casalinghe della Lazio nel campionato di Serie B 1971-72, addirittura in Tribuna Tevere non numerata invece che nella solita Curva (che all’epoca abbracciava anche l’attuale settore dei Distinti, oggi ipocritamente diviso per fare cassa),
Ne parlo perché proprio allora nacque quella favola. E io vedevo Chinaglia & C. giocare, e mi divertivo con la Lazio di Tommaso Maestrelli, la Lazio del primo scudetto, di Chinaglia e di Wilson. Purtroppo la vita è stata breve per molti, troppi, di quei protagonisti e la serie non si limita a proporre i ricordi di chi andava in campo, da Martini a Oddi, da Petrelli a Nanni e Badiani, a Giordano e Lopez che parteciparono al campionato della sofferta salvezza in extremis, stagione 1975-76, l’anno dell’addio della “fuga” di Chinaglia negli Stati Uniti, ai Cosmos di New York con Pelè.
Ci sono i figli a parlare dei padri, di cosa fu per i loro genitori e per loro quella Lazio. Il termine famiglia ricorre spesso e se si pensa che Chinaglia e Wilson riposano al cimitero nella cappella Maestrelli, si capisce quanto la retorica per una volta abbia lasciato posto alla realtà. Martini e Oddi si sfottono ancora ma nel raccontare gli aneddoti, spesso con gli occhi lucidi e arrossati, trapelano ancora oggi sentimenti mai tramontati. Le lacrime di Badiani nel ricordare il suo gol della salvezza (2-2 in rimonta a Como). La malattia di Tommaso Maestrelli che di quella Lazio era il papà psicologo, la tragedia che rapì alla vita Luciano Re Cecconi, il campione inquieto Chinaglia, le fazioni, le aspre partitelle, i pugni e il Jackye O’, la politica. E la rissa con l’Ipswich e l’arbitro probabilmente ubriaco che negò la rimonta (un difensore inglese tolse la palla dalla porta con la mano ma non ci fu il rigore), scintilla che innescò i fatti che portarono all’esclusione della Lazio dalla Coppa Campioni l’anno dopo lo scudetto.
Sfilano dando un contributo fondamentale i figli di Maestrelli (Massimo), Wilson (James), Re Cecconi, D’Amico. Avversari dell’epoca come Fabio Capello, Oscar Damiani, Ciccio Cordova (romanista che poi giocò anche nella Lazio). Gli amici del tennis Pietrangeli e Bertolucci, Giancarlo Leone figlio dell’allora Presidente della Repubblica, l’attore Francesco Pannofino che per seguire le partite lavorò come bibitaro allo Stadio Olimpico. Ci sono anche giornalisti e scrittori (tra i quali Franco Recanatesi del Corriere dello Sport).
Lazio 1974: grande e maledetta è un pezzo di storia del calcio, assolutamente da vedere.

Lazio campione d’Italia 1974, la formazione

Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico.

Lazio 1974: grande e maledetta, tre episodi

La miniserie in 3 episodi, Lazio 1974: grande e maledetta, è un progetto di Stefano De Grandis, regia e realizzazione a cura di Massimo Bomprezzi con Andrea Parini, il montaggio di Fabio Fiorentino e la consulenza editoriale di Guy Chiappaventi. Grafiche di Andrea Gilardi Salvatore Allegrezza. In onda su Sky Sport dal 5 gennaio 2024, disponibile anche on demand e su NOW.

La tessera della Lazio, campionato di serie B 1971-72, la nascita della Lazio di Chinaglia e Maestrelli
Serie B 1971-72, nacque la squadra che sarebbe diventata campione d’Italia nel 1974

Leandro De Sanctis

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