L’atletica piange la scomparsa di Elio Locatelli

Elio Locatelli
Elio Locatelli

L’atletica piange la scomparsa di Elio Locatelli, e si scopre più povera intellettualmente e tecnicamente. Un addio improvviso, avvenuto a Montecarlo, nella casa di quella Iaaf a cui per anni aveva fornito il suo apporto di tecnico appassionato.
Conoscevo Elio da circa quarant’anni e nel momento dell’estremo saluto mi piace ricordare soprattutto la sua inesauribile passione, il suo entusiasmo che definirei eternamente giovanile, per l’atletica e per gli atleti. E il rapporto sempre civile e garbato, anche quando le discussioni erano vivaci o accese e talvolta scappavano parole che andavano oltre le sue reali intenzioni, incocciando in qualcuno che poi si risentiva. Condivisibile o meno, il prezzo della schiettezza.
Negli anni d’oro dell’atletica italiana i contatti erano frequentissimi, anche al telefono. Ed Elio è sempre stato disponibile a disquisizioni tecniche e umane, disposto e condividere il suo sapere, la sua conoscenza diretta di atleti. Per un giornalismo progressivamente sempre meno presente sui campi e sempre più ancorato alla scrivania e al telefono, risultavano preziosi. Gli chiedevi di questo o di quell’atleta e lui con pazienza gli faceva la radiografia, pregi e difetti. E se c’era qualcosa di non raccontabile da far capire, te lo faceva comprendere sapendo che sarebbe rimasto argomento riservato. Dettava pronostico, prevedeva risultati, fotografava situazioni. Ecco, nonostante per molti risultasse talvolta ispido e burbero, io non posso che conservarne invece un ricordo improntato al sorriso e alla passione con cui amava parlare (oltre che fare) dell’atletica. So che quando la Fidal di recente gli chiese di arruolarsi di nuovo per la causa dell’atletica italiana, ci fu chi storse naso e bocca per via dell’età, ritenendolo ormai, da ultrasettantenne, tecnico superato.
Ma al di là dei risultati immediati, che furono inferiori alle attese, mi piace pensare che anche in questa sua esperienza, abbia lasciato qualcosa di utile e utilizzabile, abbia fornito un’altra campana, attingendo alla sua lunga esperienza. E come spesso capita, non tutto il passato va considerato sorpassato. Qualcosa di buono merita sempre di essere ripescato. E un po’ di Elio Locatelli, credo, continuerà a vivere nell’atletica italiana e mondiale.

Il ricordo di Fausto Narducci

Oggi saranno in tanti a ricordare Elio Locatelli per il suo ruolo di c.t. mantenuto a più riprese, per le sue conoscenze tecniche, per il suo impegno per la Iaaf in Africa e anche per la sua simpatia che si traduceva in una verve oratoria che ha pochi paragoni nel nostro mondo sportivo. Chissà perché la terribile notizia che se n’è andato uno dei più grandi interpreti della scuola tecnica italiana dell’atletica – non l’ultimo per fortuna – si accompagna invece per me soprattutto a tanta dolcezza. Dolci sono i ricordi di quei primi anni Ottanta quando conobbi Elio come ct femminile sempre pronto a spendere una parola di elogio per le sue atlete e anche quelli degli ultimi anni quando proprio non mi convinceva nella parte di burbero che cercava di tenere la rotta dritta nel mare dell’atletica italiana in tempesta. Il ricordo di questo piemontese buono e sanguigno, ovviamente uno dei migliori tecnici mondiali di sempre ma questo è secondario, mi accompagnerà per sempre. Ciao Elio.

Il ricordo di Enrico Dionisi

Oggi pomeriggio mentre parlavo con un atleta della nazionale, abbiamo appreso quasi in diretta della morte di Elio Locatelli. Per me è stato uno shock visto che negli ultimi 20 e più anni siamo stati in contatto continuo. Era un grande lavoratore e tecnico, che brillava di luce viva come organizzatore dell’atletica ( non delle gare) e un grande talent scout. E’ chiaro che chi lavora può commettere degli sbagli, ma si contano sulla dita di una mano. Forse quello che più gli ha pesato è stato quando ha detto di sì a fare il DT negli anni 2017-2018 e come diceva lui per ragione di stato. Era impossibile risollevare l’atletica italiana dopo 4 anni sciagurati e li ne ha pagato per tutti. Quante volte gli dicevo ma chi te l’ha fatto fare? Ma molti atleti italiani gli devono essere riconoscenti perché ne ha aiutati molti”fuori busta” e continuava a cercare di farlo anche ora.Come direttore del development office della IAAF ha creato i centri di alta performance che hanno portato medaglie e finalisti ai mondiali ed alle Olimpiadi anche a paesi semi sconosciuti creando nel frattempo molti tecnici. Ci metteva la faccia e non stava dietro alla scrivania come qualcuno fa anhe ora in Italia. Elio da lassù continuerai a dare i tuoi consigli ed organizza qualcosa, ne abbiamo bisogno qui. Riposa in pace, anche se so che non sei adatto ad adagiarti su un divano anche se fra le nuvole

http://www.ansa.it/sito/notizie/sport/altrisport/2019/11/27/atletica-morto-elio-locatelli-e-stato-dt-azzurro_baf25fc4-9c57-46c7-9309-4b4e78a14863.html

https://www.corriere.it/sport/19_novembre_27/addio-elio-locatelli-storico-ct-dell-atletica-italiana-76754c6e-113e-11ea-957c-6caba63f0e63.shtml?refresh_ce-cp

https://www.repubblica.it/sport/vari/2019/11/27/news/atletica_addio_a_elio_locatelli_dt_azzurro_e_inventore_di_una_pista_per_bolt-242068618/

https://www.gazzetta.it/Atletica/27-11-2019/atletica-azzurra-piange-locatelli-uomo-cattedra-mezzo-secondo-3501436233340.shtml

Leandro De Sanctis

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