L’Iran del calcio tra il dramma civile e l’impresa in Qatar

L’Iran del calcio tra il dramma civile e l’impresa in Qatar. Il campionato mondiale di calcio, fa parlare quotidianamente di sé per ragioni no strettamente sportive. Non c’è giorno che si evidenzi la politica repressiva messa in atto dalla FIFA per mettere a tacere ogni forma di libero pensiero contro la violazine dei più elementari diritti umani. Ciò che è accaduto, accade e accadrà in Iran ha perfino fatto passare in secondo piano tutto ciò che di scandaloso ha favorito prima l’assegnazione al Qatar dei Mondiali, poi quanto avvenuto in un Paese in cui le regole democratiche sono abbastanza sconosciute.

L’Iran uccide per futili motivi e per pure invenzioni i suoi figli e le sue figlie, i suoi cittadini che non trovano pace. Dopo l’uccisione di Mahsa Amini, rea di non indossare bene il velo!) una spirale crescente di proteste e uccisioni. I ragazzi iraniani hanno visto il mondo cambiare, sono cambiati dentro, ma vivono in uno stato prigione, uno stato assassino che conosce solo la repressione mortale. L’ultima nefandezza, l’arresto di un calciatore ex nazionale, Voria Ghafouri, reo di aver criticato il regime (fu ammonito quando, anni fa si era espresso a favore dell’ingresso delle donne negli impianti sportivi). Un Paese ricco di bellezze e di cultura, mortificato dal regime religioso oscurantista.

La repressione iraniana, la complice codardia della FIFA

Il mondo reagisce con gesti di solidarietà che non scalfiscono i criminali al potere in Iran: se le attrici si tagliano una ciocca di capelli per solidarizzare con le ragazze iraniane dopo le assurde morti, i calciatori della Germania (sconfitta sul campo per ora, ma vincente per sensibilità umana e senso democrativo) posano con la mano posta a bavaglio davanti alla bocca, per accusare la pavida e utilitaristica FIFA che impedisce ogni gesto minimo di solidarietà con chi si ribella agli aguzzini. La FIFA vieta la fascia con i segnali dell’arcobaleno, manda in tribuna personale a togliere striscioni del pubblico iraniano che ricordano la prima ragazza uccisa dal regime, Solo lo sport ancora finge di scambiare i diritti umani per politica.

I calciatori iraniani debuttano restando muti sull’inno nazionale, poi sotto minacce dirette e indirette, alla seconda partita muovono le labbra, mentre il pubblico in tribuna piange lacrime dai mille significati. 

 Si fa presto a parlare e straparlare, pensiamo alle pressioni di cui sono vittime i giocatori della nazionale iraniana di calcio, non liberi di eprimersi e ostaggio delle minacce indirette con cui il regime si può vendicare su altri innocenti: genitori, figli, parenti.

Ecco perché quando poi vedi una partita come Galles-Iran non puoi che restare colpito, smarrito e ammirato per il modo in cui, attraverso il calcio, i ragazzi iraniani sono riusciti a dir tante cose.

Sono tra coloro che pensano che lo sport non deve fare lo struzzo dinanzi a Paesi che non rispettanoi diritti umani e le diversità. Non è vero che lo sport è sopra di tutto, lo sport viene anzi spesso usato come strumento di propaganda proprio da quei regimi ai quali non interessa nulla della vita delle persone.

E’ vero che escludere la Russia dalle Olimpiadi non è bastato ad arginare il doping di stato, ma come si faceva a non far fuori dallo sport la Russia che fa la guerra al mondo?

Nel nome dei soldi lo sport sa essere cieco e sordo, ignobile: mondiali di calcio in Russia nel 2018, in Qatar nel 2022, Olimpiadi per due volte a Pechino premiando una Cina che nella violazione dei diritti umano non è seconda a nessuno. Nel 2008 si blaterava che l’Olimpiade avrebbe contribuito a cambiare la Cina, ad aprirla al mondo. Macché, solo chiacchiere. La repressione non è mai finita, i diritti umani mai concessi.  

Galles-Iran 0-2 | i due gol nel recupero

Insomma, l’Iran avrebbe potuto essere messo al bando dai Mondiali di calcio. Ma se torniamo allo sport, al calcio, la vittoria sul Galles è stata una pagina indimenticabile di questo mondiale e per lo sport dell’Iran. I ragazzi iraniani hanno messo sportivamente sotto il gallesi, attaccando con convinzione e carattere, colpendo due pali clamorosi nel giro di una manciata di secondi, segnando il gol del vantaggio nell’ottavo minuto di recupero (Cheshmi), addirittura raddoppiando al minuto 101! (Rezaeian

Confesso che guardando la partita, mi è venuto naturale fare il tifo per l’Iran, sperare che raggiungessero il meritatissimo vantaggio, applaudire idealmente la loro storica vittoria. Un momento di gioia fugace, come sempre succede grazie allo sport, ma densa di significati e forse un po’ rassicurante per chi teme ritorsioni contro i calciatori (travolti per 6-2 dall’Inghilterra nella prima partita) al rientro in patria, Ora possono addirittura sperare di superare il girone di qualificazione.

Qatar 2022, Mondiali di calcio: Galles-Iran 0-2 Foto FIFA
Qatar 2022, Mondiali di calcio: Galles-Iran 0-2

Leandro De Sanctis

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