Ecovisioni in un libro, quando il film racconta l’ecologia

Ecovisioni in un libro, quando il film racconta l’ecologia. A Cinecittà, presso la Sala Fellini degli Studios, presentato il libro di Marco Gisotti.

di Patrizia De Vita

In un pomeriggio piovoso che ha reso Roma ancora più trafficata e impraticabile, una piacevole sorpresa è stato assistere alla partecipata e vivace presentazione del libro “Ecovisioni” (Edizioni Ambiente 2022), a cura di Marco Gisotti (giornalista, divulgatore e comunicatore ambientale), in una location quanto mai suggestiva e azzeccata per i temi trattati, la Sala Fellini degli Studios di Cinecittà.

Il volume sorprende partendo da quello che Gisotti ritiene essere il primo film ecologista mai realizzato; una pellicola risalente addirittura al 1897, quando un inviato dei fratelli Lumière riprende a Baku, in Azerbaigian, un pozzo di petrolio in fiamme; per l’epoca certamente una catastrofe anche se non ancora un’urgenza in senso ambientale (ma c’è già tanto cinema che verrà).

Ecovisioni, schede di 150 opere


Il libro passa in rassegna ben 150 opere, corredate da schede per ciascun film, di cui 100 approfondite e dettagliate: da Metropolis a King Kong, da Sindrome cinese a Gorilla nella nebbia, da Into the Wild al recente Siccità. Film, tra cui anche ecovisioni di animazione, che raccontano la crisi ecologica, climatica, energetica, catastrofi e biodiversità.
Il lavoro appassionato di Gisotti sulla filiera del cinema verde a livello mondiale prende le prime mosse dal 2012, quando alla Mostra internazionale del cinema di Venezia fu lanciato, con Green Cross, il Premio Green Drop Award, di cui l’autore insieme ad altri è stato creatore e attualmente direttore artistico.
Da cinefilo – ma non da esperto di cinema – l’autore spiega che avrebbe voluto leggere qualcosa di simile a quello che Serenella Iovine compilò nel 2006 con l’Ecologia Letteraria, ma rendendosi conto che non esisteva nulla di simile su cinema e ambiente, almeno non in lingua italiana, con una battuta ci ha detto: “è toccato scriverlo a me.”
Gisotti premette che la selezione di soli 150 film sul tema può risultare una scelta opinabile – ognuno di noi avrebbe sicuramente aggiunto altri film – ma tra quelli reputati maggiormente significativi tiene a precisare di aver scelto solo i film cosiddetti “di finzione”, tralasciando dunque e comprensibilmente, i documentari, la cui produzione è sterminata: E fra quelli di finzione ha preferito quelli di maggiore impatto sugli spettatori o che in qualche modo abbiano lasciato un segno nella discussione pubblica.
Fra la metà degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta il dibattito sulla crisi ecologica emerge dal mondo della ricerca e delle lotte degli attivisti per diventare cultura dominante seguita dal grande pubblico. Il cinema hollywoodiano passa dalla paura degli armamenti nucleari fino all’exploit del New Green Deal obamiano. I movimenti ambientalisti americani hanno chiesto una maggiore attenzione da Hollywood e molte star del cinema hanno preso posizione sulla necessità di sensibilizzazione a livello globale per spingere a un’azione collettiva per la salvezza del pianeta e della specie umana, scongiurando processi irreversibili di una crisi ecologica già annunciata.

Ecovisioni, spezzoni di film con scelte inaspettate

Nel presentare il volume l’autore porta in visione alcuni spezzoni di film emblematici – perché il film si deve anche vedere – e ci sorprende ancora una volta per alcune scelte inaspettate; ad esempio, nei tanti del genere western ci saremmo attesi “Balla coi lupi”, invece ci parla di “Viso pallido” un film dove già negli anni Trenta-Quaranta, Buster Keaton diventa un entomologo, e già questo ci dice qualcosa in quanto gli entomologi sono quelli che amano e proteggono la natura forse più di chiunque altro. Il protagonista si trova in una riserva indiana dove degli speculatori vogliono cacciare i pellerossa; lui li difenderà per proteggere anche la terra, contro lo sterminio dei bufali americani.
Segnalo qui solo alcuni film che l’autore ha presentato come significativi.
Il film “Siccità” più di altri può apparire come distopico: il desolante paesaggio senza più acqua nella città di Roma si presenta come una realtà immaginaria in un futuro non fantascientifico, ma prevedibile sulla base di tendenze già avvertite nel presente in altre parti del mondo, ed è ciò che potrebbe accadere anche in Italia in un futuro non molto lontano.

Ecovisioni | Le otto montagne, confronto natura-città

Particolarmente emblematico è il bellissimo film “Otto Montagne”, tratto dal libro di Cognetti, perché ci aiuta a ragionare su molte cose: è incentrato su un confronto continuo fra due persone che amano e vivono la montagna in modo diverso. Anche chi difende la natura, come chi vive in città, ha una visione astratta, artificiale, di celluloide. Nel film questo conflitto esplode: tra chi vivrà e chi si annullerà nella natura arrivando a farne parte fino alla fine e oltre.
Anche il film “King Kong” è l’esempio più lampante di questo conflitto, rifacendosi alla favola della Bella e la Bestia, che a sua volta richiama il mito di Amore e Psiche.
La favola e il mito finiscono bene. Nel film la bestia invece non si civilizza; la favola cinematografica finisce con la sua uccisione come emblema della Natura stessa, perché il conflitto non è sanabile. L’elemento magico nel mondo moderno e industrializzato sparisce, e nello scontro fra la giungla della natura e la giungla d’acciaio, ossia la società industriale, a perdere è la bestia-natura.

Da segnalare, infine, è il riferimento alla copertina del libro: si tratta dell’occhio di Avatar, un film che rappresenta una delle più grandi narrazioni popolari moderne, che esce non a caso nel momento del New Green Deal obamiano. Gli umani hanno distrutto il pianeta terra, hanno bisogno di trovare altre fonti energetiche e le trovano su Pandora (che deriva da Pando, albero che esiste in America e che ha una funzione ecologica importantissima). Alla fine si stabilisce un patto di convivenza tra alieni ed umani; si tratta quindi di un patto tra uomo e natura. Metafora della rottura di quel patto è la rottura del Trattato di Parigi da parte di Trump. Avatar con l’occhio che ci guarda è una favola che per l’autore rappresenta meglio di tutti il sentire, le ragioni e le battaglie ambientaliste e cosa potrebbe accadere nel futuro.

Ecovisioni | Libri e film possono aiutare a salvare foreste

Passando dai contenuti “green” della produzione cinematografica, il dibattito accenna anche a ciò che sarebbe necessario fare. Colpisce, infatti, come ancora ci siano ritardi nell’industria del cinema che, come afferma Carlo Cresto-Dina (produttore, titolare e fondatore della società di produzione cinematografica Tempesta Film) e altri operatori del settore intervenuti nel dibattito, ancora faticano a porsi il problema del proprio impatto ambientale – quanto inquina la produzione di un film? – e a darsi seri protocolli di comportamento per la sostenibilità delle produzioni audiovisive.
Anche l’opera cinematografica appartiene a una filiera produttiva che interagisce con un più ampio sistema ecologico. Anche i film impattano sull’ambiente ma, come racconta questo libro possono contribuire a migliorarlo. Perché, come afferma efficacemente l’autore: “Nessun libro è stato stampato senza abbattere all’origine un albero, ma molti libri hanno aiutato a salvare le foreste. Lo stesso vale per i buoni film”.

Ecovisioni, la scheda

Ecovisioni, di Marco Gisotti.
320 pagine, copertina flessibile
21 euro. Edizioni Ambiente.

Leandro De Sanctis

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