VOLLEY L’addio a Hossein Madani, ct dell’Iran ai Mondiali 2010

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Mi ha profondamente colpito la notizia della morte di Hossein Madani, il ct dell’Iran ai Mondiali di Italia 2010, stroncato da una letale forma di cirrosi epatica. Attraverso il link che conduce al toccante servizio fotografico, si può percepire la disperazione, il dolore dei giocatori iraniani che pochi giorni prima avevano incantato il Mandela Forum di Firenze, raggiungendo uno storico quarto posto nella Finale della World League. Hossein Madani lavorava ancora nello staff del neo ct Kovac, dopo aver vissuto accanto a Velasco le ultime stagioni.
Aveva soltanto 43 anni, Hossein Madani. E’ stato l’uomo sotto la cui guida tecnica l’Iran ha compiuto il primo salto di qualità, accelerando un percorso che già nel 2006 aveva portato il volley iraniano a farsi largo, partecipando al Mondiale giapponese.

 Fa effetto vedere il dolore dei giocatori che a lui erano molto legati. Straordinaria la partecipazione popolare ai funerali, dopo che la salma di Madani era stata portata nel “suo” palasport. La bandiera iraniana ad avvolgere la bara, i palloni del volley, i fiori. tanti fiori. Il ricordo è andato alla personale occasione di conoscenza com Madani, al Forum di Milano in occasione dei Mondiali del 2010. Domenica 26 settembre del 2010 la Nazionale dellìIran conquistò (alla sua quarta partecipazione) la sua prima vittoria ai campionati mondiali, battendo il Giappone 3-1. Perfino il rigido Ahmadinejad si entusiasmo e telefonò al vicepresidente federale perchè trasmettesse le sue felicitazioni e i complimenti alla squadra.

 Parlai con Madani durante la press conference e poi, mentre si allontanava, gli porsi la scomoda ma inevitabile domanda sulla vicenda di Sakineh, la ragazza iraniana che stava rischiando la lapidazione in quei giorni e che aveva mobilitato l’opinione pubblica mondiale. Avrebbe potuto far finta di non aver capito e tirar dritto. Invece si fermò e rispose con un sorriso. Addio Hossein Madani, vero uomo di sport. Vero uomo.

Ecco il racconto di quel momento, attraverso ciò che pubblicò il Corriere dello Sport

…. 
Il ct Hossein Madani è
raggiante, dopo l’ultimo
punto ha abbracciato il suo
staff e poi i suoi giocatori,
non ricorda nemmeno cosa
gli ha detto. «In Iran hanno
visto la partita in tv, sono sicuro che questa vittoria renderà ancora più popolare la
pallavolo tra i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Ora è

il terzo sport del Paese. Il
governo tiene molto allo
sport. Da quando la Fivb ha
autorizzato le ragazze a giocare con il capo coperto e i
pantaloni della tuta, anche
la squadra femminile sta
crescendo». Ricorda l’apporto fondamentale dei tecnici stranieri, cita Giacobbe
e ringrazia il serbo Gajic,
campione olimpico a Sydney 2000, che per due anni
ha trascorso sei mesi in Iran
fornendo la sua esperienza.
Inevitabile chiedergli se le
vicende politiche internazio-
nali (oltre alla storia della
condanna alla lapidazione di
Sakineh, per tentare di bloccare la quale anche in Italia
c’è stata mobilitazione) in
qualche modo si ripercuotano sulla squadra quando è
all’estero. Hossein Madani
dà la risposta migliore: «Lo
sport unisce, non divide. Noi
siamo sportivi, è importante
lo scambio che anche attraverso lo sport avviene tra
popoli e culture diverse». 

Leandro De Sanctis

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