VOLLEY A cosa serve il referto elettronico?

Non è stato il primo episodio di questo campionato. Domenica nell’ultimo set tra Ravenna e Perugia, una partita combattuta ed agonisticamente valida, il gioco si è bruscamente e lungamente interrotto. Per diversi minuti, nello sconcerto generale. Il secondo arbitro, il signor Padoan, ha fatto la spola tra il tavolo e la panchina di Marco Bonitta, a cui forniva una ricostruzione del perchè ci si era fermati, che il tecnico romagnolo ha contestato con educata fermezza. Ha cercato di capire l’errore, il signor Padoan, e poi ha tentato di spiegarlo a giocatori e allenatori. Non è stata la prima volta: il gioco si ferma, la gente sulle gradinate non capisce il perchè. Il pensiero va inevitabilmente al referto elettronico. E’ stato adottato su tutti i campi, ma a cosa serve? Se la sua presenza non riesce a scongiurare sul nascere errori di formazione o rotazione, a cosa serve la sua presenza? Immagino che il referto elettronico abbia un costo e che a suo tempo lo spot sia stato puntato sul fatto che in caso di errori, il referto elettronico l’avrebbe segnalato immediatamente. Abbiamo imparato che non è così. Non sempre almeno. E allora la sua presenza in campo a cosa serve?

Leandro De Sanctis

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