MUSICA John Wetton, un’altra voce tra le stelle

Se ne sono andati a distanza di poco più di un mese. Greg Lake e John Wetton sono state le due voci iconiche della musica progressive, come è stata poi etichettata. Voci fantastiche per i due bassisti che hanno davvero scritto la storia del rock e del prog rock, avendo entrambi suonato con la band seminale del genere, i King Crimson.
Voci calde, voci inconfondibili. Chi è stato John Wetton lo trovate ovunque, se non l’avete conosciuto o ascoltato e amato quando era in vita. Una voce evocativa di un genere, tanto ha inciso ed è entrata nell’immaginario colletivo della musica prog.
Ho avuto la fortuna di sentirlo e vederlo cantare due volte negli ultimi anni. In un concerto degli Asia all’Auditorium di Roma e nell’ambito del Festival del Prog del 2010, sempre a Roma, quando si esibì insieme al Banco del Mutuo Soccorso, cantando Non mi rompete (cavallo di battaglia di un’altra immensa voce del prog rock che si è spenta prematuramente, Francesco Di Giacomo) e la sua Starless, gioiello dei King Crimson amatissimo da ogni fan.

https://www.youtube.com/watch?v=qYJpY_xvLf8 

E fu un delitto che non fu concessa l’autorizzazione a far comparire quelle due esibizioni nello splendido cofanetto, audio e video, che testimonia quell’evento. Imperdonabile. Chissà se ora che John se n’è andato, si riesca a trovare il modo per averla, quella dannata autorizzazione. Maledette case discografiche che pensano sempre solo ai soldi e mai all’arte, alle emozioni di chi vive con la musica.
Generoso nel vivere la sua carriera musicale, ha suonato con chiunque lo abbia voluto: la lista delle band con cui si è esibito è lunghissima: King Crimson, Asia, Family, Uriah Heep, Mogul Trash, Wishbone Ash, Brian Ferry, Phil Manzanera, Roxy Music, Uk con Bill Bruford, Atoll, Icon con Geoff Downes. Per non parlare dei concerti, tra i quali mi piace ricordare quelli giapponesi accanto a Steve Hackett, che riaccesero l’attenzione sul repertorio dei Genesis. Lo potete ascoltare in Genesis revisited cantare Watcher of the skies e Firth of Fifth e poi nel successivo Tokyo Tapes, cd imperdibili.

https://www.youtube.com/watch?v=_fhTtnobNKg

 https://www.youtube.com/watch?v=TgWGGvnGqvQ

Inglese nativo di Derby (12 giugno 1949), è morto a nemmeno 68 anni (31 gennaio 2017) lasciando una ferita emotiva incolmabile e struggente. Il suo sito nel salutarlo ricorda le ultime parole della canzone che chiudeva il suo ultimo album con gli Asia, Gravitas, intitolata Till we meet again. “Finchè non ci incontreremo di nuovo pensate il meglio di me. Io sarò con voi nello spirito. Abbiate cura di voi, andate in pace e con il mio bacio. Siate buoni con gli altri, testa tra le nuvole e piedi per terra. Fedeli a se stessi fino al giorno della morte. E non guidare più veloce di quanto il vostro angelo custode può volare”
 

A chi avesse voglia di ascoltarlo in due concerti radiofonici particolari, unplugged, suggerisco l’acquisto di Live via Satellite (da cui è tratta la foto d’apertura di questo post). La sua voce emerge calda e cristallina dai diffusori, che esaltano la pulizia del suono delle chitarre. Il primo concerto è del 1998 a Stoccolma, il secondo del 2001 (o 2002, sulla copertina c’è una data, sul retro un’altra…) a New York.

Nella foto John Wetton con la maglia della nazionale di calcio del Giappone

Leandro De Sanctis

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