Juventus campione d’Italia, le pagelle scudetto

Juventus campione d’Italia per il nono anno consecutivo. Ecco le pagelle di Visto dal basso, che naturalmente si riferiscono al campionato e alle finali di Coppa Italia e Supercoppa. E’ stato il primo campionato con Maurizio Sarri in panchina: vincendo il suo primo titolo a 61 anni, è diventato il tecnico meno giovane a fregiarsi dello scudetto.

Szczesny e Buffon 8

Stesso voto, alto, per i due portieri. Buffon ha ottenuto il record di presenze e ogni volta che ha giocato si è rivelato ancora determinante. Szcsesny nel complesso ha avuto un ottimo rendimento, accusando momenti di distrazione alla ripresa post pandemia. Qualche imprecisione episodica ma la sua stagione è stata decisamente buona.

Cuadrado 8

Cuadrado. Sarri lo ha giustamente mantenuto nel ruolo di laterale cucitogli addosso da Allegri. Per quattro quinti di stagione è stato un’arma decisiva per sfiancare e scardinare le difese avversarie, saltando l’uomo e difendendo con maggiore puntualità man mano che la padronanza del ruolo cresceva. Quando c’era da cambiar marcia, il suo ingresso era l’ago della bilancia decisivo e una variante tattica preziosa. Nel finale di campionato è parso affaticato e meno lucido e incisivo. Ma il voto resta alto.

Alex Sandro 6

Alex Sandro in flessione già l’anno scorso, non è più il brillante difensore d’assalto del suo primo periodo juventino, quando teneva fede alla sua etichetta di miglior crossatore dei campionati d’Europa, guadagnata al Porto. La sua è una sufficienza molto stiracchiata. Ha avuto l’attenuante degli infortuni ma i suoi vuoti sono risultati devastanti, come il passaggio orizzontale che ha regalato il gol a Rebic in Milan-Juventus, come tutte le volte che si è perso l’uomo, cosa accaduta non di rado, non solo in occasione del gol preso dal Sassuolo. Il primo Alex Sandro sarebbe ancora utile, anche per gli scambi con CR7 sulla fascia sinistra, quello svagato e distratto visto quest’anno, molto meno.

de Ligt 7

A de Ligt mezzo voto in più per i suoi progressi evidenziati strada facendo e per la consapevolezza che inserirsi in questa Juventus non deve essere stato facile. Inizio di stagione da brividi, falli di mano casuali e non, leggerezze disarmanti. Poi però, a parte la beffa subita da Fofana al Friuli, se l’è sempre cavata sostanzialmente bene, palesando qua e là qualche distrazione ma dimostrando una accresciuta cattiveria agonistica. Considerata la giovane età è stato il miglior acquisto bianconero dopo aver fatto temere il peggio, dimostrando così anche qualità caratteriali. Un investimento proficuo e destinato a durare.

Bonucci 7

Bonucci ha patito anche l’assenza di Chiellini, che gli ha impedito di tirare il fiato ogni tanto. Ha giocato un campionato buono ma non eccelso, rispetto agli standard a cui aveva abituato in magia bianconera. Esperto ma di tanto in tanto vittima di amnesie o leggerezze che per sua sfortuna sono anche costate care alla squadra. Però la sua presenza è sempre importante e non si può pretendere che possa giocare sempre e sempre al top. Prima Chiellini e poi Demiral sono finiti sotto i ferri, gestendo meglio Rugani ne avrebbe tratto vantaggio anche Bonucci.

Bentancur 7,5

Bentancur ha scalato inesorabilmente le gerarchie, sia giocando a centrocampo che davanti alla difesa nel ruolo di Pjanic. Presente, aggressivo, tenace, ha corso tanto avanti e indietro perdendo lucidità in fase offensiva: uno con la sua tecnica forse potrebbe segnare di più. Gli rimprovero (e perciò tolgo mezzo voto) eccessi di sicurezza o presunzione nella metà campo bianconera. Quella zona di campo dove se si perde palla il gol è spesso logica e inevitabile conseguenza. Ancora più concretezza e meno tocchi di fino che agevolano le ripartenze avversarie.

Pjanic 6

Pjanic punto interrogativo, croce e delizia, campione part time che spesso non ha superato l’ora di gioco. Penso che sarà rimpianto l’anno prossimo, quando giocherà col Barcellona. Talvolta è parso anonimo e privo di inventiva, ma quando si è acceso ha saputo inventare assist e traiettorie invitanti. Un campionato in chiaroscuro senza troppo lampi. Ma cucire il gioco in questa Juventus non era facile, nemmeno per lui. Gli avrei visto volentieri calciare più punizioni.

Rabiot 5

Rabiot avrebbe avuto un voto anche più basso se non avesse dato incoraggianti segnali nelle ultime partite, dal gol gioiello di San Siro in poi. Nulla di trascendentale ma nelle ultime giornate è parso più deciso e battagliero, nei contrasti e nello scrollarsi di dosso quella irritante timidezza tattica che lo ha portato per tutta la stagione a perdere palloni in maniera irritante e a scegliere sempre il passaggio breve più comodo invece che provare a inventare qualcosa. Non che abbia fatto chissà che, intendiamoci, ma era stato talmente scarso prima…
Fino a un mese fa avrei pagato di tasca mia (si fa per dire) per farlo sloggiare, se dovesse continuare a migliorare e a mostrare personalità, con un centrocampo diverso potrebbe rivelarsi più utile. Ma dovrà anche tirare di più.

Matuidi 6

Matuidi è stato meno utile e brillante rispetto al passato pagando anche l’assortimento del centrocampo bianconero. Lui sa correre e crossare, incunearsi in area e piazzare assist scompigliando le difese. Ma quest’anno non lo ha fatto, raramente trovando sponde ideali a cui affidare le finalizzazioni. Forse può ancora essere utile anche part time, alle spalle di centrocampisti di maggiore personalità.

Cristiano Ronaldo 9

Cristiano Ronaldo ha tenuto viva la Juventus, condizionandola nel bene e nel male. Nel bene per i suoi gol, nel male per la forzata scelta di un gioco che non prescindesse dalle sue attitudini. Ma se si segna quasi un gol a partita, ogni discorso è aleatorio. Ha vissuto in autunno un periodo di notevole appannamento. Poi è rifiorito marcando la differenza tra la Juve e le altre squadre. Importante la sua voglia di vincere, la rabbia agonistica, il non volersi mai accontentare. Un campione che è un esempio per tutti, indipendentemente dai soldi del suo ingaggio. Ho lasciato il 9 nonostante qualche errore, dal dischetto e non, assai poco da Ronaldo. Ma senza di lui, senza i suoi gol, lo scudetto ben difficilmente sarebbe arrivato. Quando il gioco latitava, arrivavano i suoi lampi, le sue prodezze, le sue invenzioni. Semplicemente il top, CR7.

Dybala 8.5

Dybala strada facendo e nonostante ogni sentenza, si è rivelato compatibilissimo con Ronaldo. Non ripeterò il ritornello assurdo di una Juve che voleva sbolognarlo, ma è difficile non pensarci dopo quanto ha saputo dare alla Juventus, sbloccando le partite, inventando, regalando assist, procurandosi rigori. Il bello del calcio nelle sue finte, nei suoi dribbling, nei suoi gol mai banali, sempre frutto di intuizioni, talento, lampi di classe. Ha cambiato spesso posizione in campo, dando sempre il massimo anche se talvolta la solitudine ne ha mortificato gli slanci.

Danilo 6

Danilo come Alex Sandro sembra avvalorare i dubbi di chi non si fida troppo dei terzini brasiliani. Discontinuo, a volte distratto, Danilo si è impegnato ma non sempre con il massimo riscontro. Si perde spesso gli uomini in marcatura e troppi cross si spengono sulle gambe delle difese. A volta sa trovare anche il modo di rendersi pericoloso e di segnare ma oltre un ruolo di jolly di rincalzo non lo si può vedere.

Bernardeschi 5,5

Bernardeschi segnando il gol del 2-0 alla Samp della notte scudetto ha interrotto un digiuno che durava dal 2017. E’ stato l’ombra del giocatore che talvolta si era ammirato con Allegri e in Nazionale con Mancini. Tante occasioni sciupate da un talento che potrebbe dare di più in relazione alle sue possibilità. L’ansia del dover rimontare posizioni nel ranking di Sarri gli ha fatto perdere la bussola e facendolo smarrire. Peccato.

Higuain 6

Higuain ha chiuso in calando il campionato, molto difficile per lui, costretto a cercare spazi tra Ronaldo e Dybala, partner diversi e ingombranti. Ha giocato spesso bene nella parte iniziale della stagione ma poi ha perso smalto e senso del gol, forse anche a causa di problemi fisici e a causa delle problematiche della pandemia. Alla sua età ha imboccato inevitabilmente il viale del tramonto, ma giocando una sola volta a settimana penso sia ancora capace di far male. Se la Juve lo cederà.

Douglas Costa 6

Douglas Costa merita un voto di stima per ciò che ha mostrato di saper fare, per la sua velocità, per come sa spaccare una partita partendo dalla fascia e fiondandosi al centro. Nelle ultime partite però, ha perso anche capacità di incidere, il cambio di passo è rimasto a livello virtuale e anzi spesso i suoi stop, se non seguiti da accelerazioni, hanno rallentato il gioco. Ma soprattutto è stato troppo spesso assente, infortunato, un campione dai muscoli di cristallo, una incompiuta dolorosa che dovrebbe aver concluso la sua esperienza juventina. Per cause di forza maggiore aggiungo. Purtroppo.

Ramsey 5,5

Ramsey ha pure segnato il fondamentale gol all’Inter nell’ultima partita prima dello stop per la pandemia. Ma nonostante le premesse e le promesse non ha saputo essere ciò che si aspettava: i suoi inserimenti in area stile Khedira, qualche gol, una presenza incisiva negli ultimi 25 metri. Nè carne né pesce alla fine. Un parametro zero infruttuoso.

De Sciglio 6

De Sciglio pure è stato troppo a lungo infortunato. Quando ha giocato è risultato positivo, nonostante ciò che pensa parte della critica e della tifoseria. Un De Sciglio sano avrebbe fatto molto comodo, specialmente considerata la flessione di Alex Sandro e il rendimento di Danilo.

Rugani 6

Rugani anche quest’anno vittima della difesa titolare. Se prima la colpa era della triade inattaccabile Barzagli-Chiellini-Bonucci, in questo campionato le difficoltà iniziali di de Ligt e l’assenza costante di Chiellini hanno indotto Sarri ha spremere Bonucci. E quando poteva toccare al suo ax allievo nell’Empoli, ci fu l’ascesa del turco Demiral. Ha giocato poco e chi lo ha lapidato nelle poche occasioni in cui ha giocato, non tiene conto di quanto sia difficile giocare ed entrare in certi meccanismi, quando i compagni non danno certezze e i meccanismi sono nuovi, magari anche più complicati da assimilare. Temo che sceglierà (giustamente) di andare a fare il titolare altrove e solo allora la Juventus lo rimpiangerà.

Demiral 6,5

Demiral è uscito di scena nello stesso momento in cui è salito alla ribalta, all’Olimpico contro la Roma, prestazione griffata con un bel gol. Un’ascesa autorevole del turco, bloccata dall’infortunio, dall’operazione. Bravo, attento e grintoso, aveva pure fatto dimenticare la gaffe del saluto militare a sostegno del dittatore turco Erdogan. Un’acquisto importante ormai in prospettiva.

Gli altri

Khedira 6, quando ha giocato ed è stato in salute ha dimostrato la sua importanza e le sue qualità. Ma dopo un buon avvio di stagione, non c’è stato quasi mai.
Chiellini senza voto, purtroppo i problemi al polpaccio sono una delle prime cause che costringono un calciatore a chiudere l’attività. Spero tanto e gli auguro che non sia così per lui. Ma il timore è reale. E sarà una defezione importantissima.
Emre Can 6, da oggetto del desiderio a saldo sbolognato. Su di lui Sarri e la società hanno sbagliato. Con un centrocampo come quello visto quest’anno sarebbe stato meglio e utile tenerlo.

Sarri 7

Sarri ce l’ha fatta a vincere lo scudetto. Come molti prima di lui, dopo elogi e parole, ha dovuto indossare la casacca bianconera per vincere qualcosa. Il bel gioco è rimasto un miraggio, a volte ha commesso errori, dando l’impressione di non riuscire sempre a leggere al meglio quanto accadeva in campo. Ma ha avuto anche il merito di calarsi in un ambiente totalmente nuovo senza perdere la sua identità, il suo look discutibile. Non si è incaponito nell’applicazione teorica che la realtà annunciava impossibile. Ha perfino osato sostituire Ronaldo, dimostrando personalità e coraggio. Ha aspettato Rabiot oltre ogni limite di pazienza.
Vero che ogni tecnico ha i suoi pallini, ma l’allenatore più bravo è quello che riesce a vincere col materiale che la società gli fornisce. E sotto questo punto di vista, pur senza bel gioco ma con quella concretezza da sempre ammirata in casa Juventus, ha tagliato il traguardo di un meritato scudetto. Ha vacillato ma non si è lasciato travolgere. E nella notte dello scudetto ha saputo anche essere commovente. Nonostante i momenti difficili, penso che alla fine anche lo spogliatoio, nonostante inizialmente abbia faticato a comprenderlo, lo abbia accettato. E se è vero che resterà, mi auguro che nella prossima stagione sappia mettere a frutto l’esperienza complicata di questo anno di debutto in bianconero. Molto bella la sua considerazione post scudetto: Quando sono arrivato alla Juventus vedevo attorno a me campioni. Ora alla fine del campionato vedo straordinari ragazzi. Bravo Sarri, l’umanità e l’umiltà sono doti. Anche per un allenatore.

Leandro De Sanctis

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